Le vostre lettere


Le vostre lettere Cara Giuliana,
grazie di essere qui, e grazie della bellezza trasparente delle tue parole.
Il mondo... anche io mi ci riconosco sempre meno, ma riflettendo non credo sia colpa sua. Io credo che il mondo sia sempre lo stesso, che la barbarie esista da sempre, da quando gli uomini hanno lasciato i primi ripari di fortuna e si sono organizzati in comunità, in tribù e poi in società. Dipende molto da quanto la barbarie ci passa vicino. Ma esiste sempre e da sempre, perché da sempre esistono esseri umani crudeli e senza scrupoli.
Perdonami se ti parlo come se fossi mia figlia, ma ti sento sperduta come lei, spaventata, indignata e impotente come lei. E allora sento di doverti dire quello che continuamente ripeto anche a lei: che un mondo sicuro non esiste, ma esiste la sicurezza della strada che noi tracciamo per noi stessi quando siamo giovani e poi, crescendo, per gli altri, per la nostra idea di mondo.
Avere una strada, sapere da dove si viene, dove si vuole andare, percorrere la strada passo dopo passo tenendo sempre a mente il rispetto di sé e quello per gli altri, rimanere sulla nostra strada sempre, cercando di non sbandare, avendo cura di tornare in carreggiata quando la vita ci porta fuori da essa: è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per non sentirci smarriti, per non smarrirci.
Il mondo oggi si mostra per quello che è, non lascia spazio alla spensieratezza e alla fantasia. Ed è così distante da molti di noi, da farci sentire soli e, come dici giustamente tu, smarriti. Pure il mondo di oggi, così come si mostra, con le sue crudeltà, con la sua barbarie, è la condizione ottimale perché i nostri valori esprimano tutto il loro splendore. Da tanti anni in occidente la Pace non si mostrava così bella, così sublime e pura. Eppure noi sentiamo, prima di tutto, la sua fragilità. Come se temessimo di metterla davanti a noi. Come se fossimo rassicurati solo dal suo stare al sicuro nel cassetto delle conquiste raggiunte.
E ci sentiamo stanchi per averla sostenuta e amata per tutta una vita, o anche ci sentiamo incapaci, da giovani, di sostenerla adesso come hanno fatto altri prima di noi.
E tutto questo è normale, ma non è reale.
La realtà è molto più semplice.
La realtà è la nostra strada, quella che intendiamo fare, quella che abbiamo percorso.
Se abbiamo una strada non possiamo smarrirci.
Vedi, è proprio questo che abbiamo ricevuto da voi in quell'incredibile incontro: abbiamo conosciuto la vostra strada e questo ci ha consolato, incoraggiato, rassicurato. Ci avete spiegato che è stato possibile, che è possibile tracciare una strada e non perdersi.
Riesco a esprimere bene quello che intendo? Riesco a farti vedere perché, dopo vent'anni, noi ancora sentiamo la stessa gratitudine per te, per voi?
Abitiamo sempre in campagna, come vent'anni fa, nell'entroterra del Golfo del Tigullio. Qui è pieno di bestiole selvatiche, uccellini bellissimi, caprioli, ricci... anche il nostro gatto è per metà una bestiola selvatica, che dorme in casa ma gira per i boschi di giorno.
Ogni tanto parliamo di lui, della sua inconsapevolezza di come noi umani complichiamo il mondo, e quando lo vediamo addormentarsi nel suo cestino, dopo una giornata di avventure spericolare nei boschi, proviamo una consolazione molto simile a quella che anche voi ci trasmettevate con i vostri racconti. Ci sembra che il bene del mondo, del vivere, sia tutto lì, nel percorrere la propria storia amando ed essendo amati.
Il male non scomparirà mai dal mondo, ma il mondo è già salvo, è già stato cambiato, così profondamente e definitivamente che anche un gatto riceve beneficio da quel cambiamento.
E il cambiamento è la ragione unita al sentimento. Il cambiamento è avere una strada da costruire e percorrere, da raccontare e lasciare in eredità.
Non sei una vecchia smarrita, Giuliana. Sei una persona che ha costruito alacremente, onestamente, appassionatamente una strada.
E sei ancora qui, e puoi raccontarla.
Tanti giovani ormai ritengono di non avere diritto alla loro strada. Tanti nasceranno ignorando che questo diritto, questa capacità, esistano.
Non sei una persona smarrita. Ora sei una persona preziosa, più di quanto tu lo sia stata in passato, per molte più persone di quelle per cui lo sei stata in passato.
Dillo con orgoglio, che questo mondo non ti somiglia. E poi spiega perché, racconta perché. È il destino di chi sa.
Ti vogliamo bene.

Loredana R., Emma, Maurizio



Carissima Giuliana,
sono passati vent'anni da quelle sere davanti alla tv, da quel programma che diventò parte della nostra vita, dei nostri ricordi, e io vent'anni dopo sono qui a scriverti di questa dolce nostalgia che ci vive accanto.
Ci mancate tanto, cara Giuliana. Ci mancano le sensazioni, le impressioni che provammo allora davanti a quella vostra spontaneità ostinata che neppure le regole dello spettacolo riuscivano a mettere in un angolo.
Col passare degli anni, delle nostre vicende, delle esperienze, il ricordo, vivissimo, di voi, di quella vostra presenza nella nostra casa, è diventato consolazione.
Guardiamo il mondo, i suoi cambiamenti, le sue terrificanti insensatezze, da questa consolazione, dall'alto di quelle sere e notti passate ad ascoltarvi, a godere della vostra compagnia.
Non ho mai saputo davvero definire cosa è stato incontrarvi, e ora che ho vent'anni di più, nemmeno mi interessa farlo. Ora mi basta poter ricordare, avere fra i miei ricordi la vostra esistenza, la vostra presenza.
Ci siamo sentiti rappresentati da voi, ci siamo sentiti riconosciuti. Non è forse questo che cerchiamo nella nostra idea di comunità, di società? Qualcosa che ci rassomigli, un segno comune che parli di noi. E quando lo troviamo, questo diventa forza, concorre alla nostra capacità di vivere e di comprendere il vivere.
Non amo i "noi che" o i sentimentalismi di cui sono infarcite certe rievocazioni del passato. Non amo il passato come rifugio. Amo la Storia come risorsa e voi, a distanza di vent'anni, siete ancora e sempre un prezioso frammento di questa. La nostra Storia, di noi tre come famiglia, di Mauri e me come coppia, dei nostri ideali, di Emma come persona del futuro.
Per questo non finiremo mai, neppure fra altri vent'anni, di dirvi grazie con tutto il cuore.
Per questo ci mancate molto, anche se niente di quello che ci deste è andato perduto. Quei momenti, quei doni di voi, sono tutti lì.
Grazie di cuore a tutti e un abbraccio speciale e fortissimo a te, Giuliana, da noi tre.

Loredana R., Emma, Maurizio


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La risposta di Giuliana...
Cari Loredana, Emma e Maurizio,
eccomi qui, dopo avere letto tre volte l’ultima vostra missiva piena d’affetto come sempre.
Ora succede che io mi riconosca così tanto nella descrizione del vostro affetto nei nostri confronti come se invece di leggere le care parole trasformassi man mano in uno specchio dove molte immagini scorrono in modo nitido; alcune sono scene vissute e piene di speranze e anche illusioni di poter narrare la Storia in parte nascosta di questo nostro esistere zeppo di immagini contrastanti che iniziavano spesso dentro una guerra tremenda raccontata dai più grandi, di cui facevo parte. E tutto ciò è stato il momento più alto del nostro incontro e inizio. Tuttavia non avremmo mai immaginato di dover tornare a quella barbarie. All’oggi così simile e tremendo. Ma avremo noi la forza, il DOVERE di ricominciare? Lo sarà l’Europa? Riesco solo a immaginare catastrofi quando sento i pochi discorsi di chi sta guidando tutta questa morte e a fine giornata ci fornisce il numero dei deceduti, delle donne stuprate, dei bambini innocenti.
Scusa, Loredana, ma sono ormai una vecchia sperduta in un mondo che mi è sempre più estraneo.
Ricambio l’abbraccio speciale e fortissimo e vi ringrazio.

Giuliana



Un grande abbraccio

Sono passati quasi sette anni da quello scambio di lettere con la signora Giuliana, cui non osavo dare del tu perché in tv avevo visto la sua signorilità vera. Non vi dimentichiamo, non lo faremo mai. Ci avete fatto un regalo che oggi, soprattutto oggi, ha un valore incalcolabile, grazie a voi abbiamo potuto vivere una parentesi di verità, di umanità, prima della fine delle trasmissioni in senso assoluto.
Nostra figlia è una ragazzina in gamba, molto critica, molto attenta, battagliera, forte. A volte si stupisce di usare parole che nessuno usa e ci chiede dove le ha imparate, dove le abbiamo imparate. Io credo che la sua bellezza di adolescente che sa di avere il diritto di cambiare il mondo sia un po' anche opera vostra, di quell'istante insolito, difficile da spiegare a chi non c'era, in cui alcune persone davvero comuni, davvero come noi, hanno lasciato una piccola grande eredità.
Beato chi come noi può assaporare il ricordo di quelle serate irripetibili e grazie, dal profondo del cuore, a tutti voi da noi tre.

Loredana R., Emma, Maurizio

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La risposta di Giuliana...
Adesso ho capito...

Cara Loredana, il mio abbraccio a voi tre che avete ancora la capacità di ricordare, scrivere, cercare. La tua bella famiglia, cara Loredana, se corrisponde a ciò che tu sei, all’amore che emani e offri, deve essersi certamente plasmata nel grande e duraturo rapporto fra te e Maurizio, prima dello schiudersi della nuova vita (una bambina!), la Emma che descrivi elencando le venature principali della personalità e pensando con grande e stupefacente generosità a quelle poche parole uscite dal televisore nei notturni che, forse proprio in quanto tali, regalavano un sentore d’intimità e confidenza.
Grazie, grazie ancora per il vostro ricordare. Ma ora, solo ora, credo di avere colto profondamente la tua essenza... d’umiltà vestuta. Che tu sapessi vedere e guardare (rarissimo...) era ovvio, soprattutto perché davvero la televisione è stata a questo proposito avara e matrigna. Però tu sapevi andare oltre, non t’ingannava; superavi l’ostacolo principale e ti rapportavi in profondo con quei poveri umani che stavano tentando (non tutti...) di lasciare qualche parola o addirittura qualche pensiero. Che era l’unica ragione per cui si erano mossi da casa.
D’altronde ho dovuto scrivere un libro, al termine di quel viaggio, per ritrovarmi, per accettarmi, per combattere la sofferenza dell’assuefazione che si era insinuata a mia insaputa, in profondità.
Ma torniamo a te, cara Loredana. La tua capacità di rapportarti intimamente, nascondendoti nel contempo. Facendoti scudo, quasi a chiedere scusa, perfino delle creature che sono la tua famiglia. Come se tu fossi capace di cogliere la bellezza e la poesia solo come cronista, ma per merito altrui.
Invece adesso, finalmente, ho capito che avevo voglia di stanarti. E sono alfine andata nel luogo dove tu sei tu. Mi si stringe il cuore a chiamarlo blog (un termine imposto da questi tempi...), ma ho fatto come te quando guardavi la tele di notte. Ho superato l’ostacolo e sono venuta a cercarti.
Avevo deciso di prendermi due ore di tempo che non ho (sto scrivendo un librone su amori e passioni che ho incontrato vivendo)... e invece se n’è andato tutto il pomeriggio e confesso che non mi è bastato... che seguiterò a leggerlo come un libro prezioso che riesce a segnare la vita. Perché ogni parola è quella giusta, un’infinita poesia in prosa, un refolo piacevole che accarezza la pelle e seduce con tutta la bellezza che trova, descrive, emana.
Dalla scelta dello sfondo, delle immagini, delle fotografe, dei temi trattati, delle pillole di letteratura con cui fotografi lo splendore dentro gli esseri viventi; nonostante, nonostante... Complici i sentori che ci accomunano a nostra insaputa: la Sardegna e il suo popolo colto, la Liguria, così come ho imparato ad amarla per avere sposato un ligure con la faccia da saraceno. E il senso del nostro viaggio terreno... Ma sono quisquilie. È davvero impossibile saper descrivere quante armonie, eleganze, equilibri, leggiadrie, mi sono venute incontro. E passioni, come il grande Pantani!
Continuerò a leggerti, perché tu scrivi su quel blog da dieci anni e io ti ho scoperta in ritardo. Leggerò a spizzichi, come ho sempre fatto con i libri che ho amato di più.
Ciao, Loredana. Sei grande. Sì, proprio tu. Grande.

Giuliana



Mi sono risentito tutto il disco dei Super Senior, dopo tanto tempo. A parte le mie considerazioni en passant sul fatto che adesso, con tutte le novità tecnologiche uscite, l’avrei missato e masterizzato molto meglio, mi sono ricordato perché non lo volevo risentire. Fa male risentire la voce di Salvo... come anche sentire la sofferenza di una separazione, nella voce di Giuliana, in questi mesi in cui assisto basito alle miserie umane malcelate dietro uno dei cardini di questa società (di soci camuffati), ossia il matrimonio (questo patrimonio truccato da donna), specialmente nel momento in cui si scioglie questo patto scellerato.
Un velo funebre steso su qualche sorriso stentato, questa l’impressione d’ascolto, dopo quanto s’è sedimentato (con Salvo, Ugo, etc). Non so... magari è la pioggia, la giornata uggiosa, quel che avrebbe potuto essere, il tempo perso per sempre.

Valerio Mele



Acqua nel deserto

Stimatissimi Super Senior, mi rivolgo a tutti voi insieme perché per noi rappresentate un unico raggio di poesia, verità e umanità, giunto ad illuminare il buio televisivo di questa prima decade del 2000. Mia figlia Emma aveva due anni quando il vostro show veniva trasmesso in TV, relegato in orari impossibili a mano a mano che i contenuti acquistavano spessore. Ora di anni ne ha nove e suo padre ed io non abbiamo mai smesso di parlarle di voi, di quell’esperienza umanamente formativa che fu guardarvi sullo schermo. Oggi [28/08/2010, N.d.R.] ho pensato di cercare le vostre tracce in Rete e mi sono commossa nel vedervi ancora attivi, vivi culturalmente in un paese che, visto attraverso lo schermo, sembra morto. Ringraziarvi è praticamente scontato, come lo è non interrompere mai più il contatto. Ciò che invece esula da qualsiasi tentazione di ovvietà è il serio e prezioso lavoro sulla memoria e sulle radici che il vostro progetto esprime... l’importanza della Storia individuale, dello sguardo di ognuno sugli eventi, l’importanza e l’autorevolezza della vecchiaia, intesa come accettazione del tempo e della propria evoluzione in “archivio”, “libro”, “racconto”. Bravi.
Un bacio da nostra figlia Emma.

Loredana R. e Maurizio


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La risposta di Giuliana...
Magari sarà Emma...

Acqua nel deserto... già... è proprio così, acqua chiara e fresca, le vostre parole per noi.
Una sensazione si è affacciata da qualche anno, pervasiva, e cioè che più l’età avanza e più il tempo fugge, corre via veloce, si trascina settimane e mesi e anni e persone, amici, come bruscolini. Ti sposta. E se ti giri per guardare indietro, il tempo recente non ha spessore mentre la mente (come la vista...) mette a fuoco nettamente situazioni e contesti lontani o lontanissimi. Ricordi e immagini nitide, incorniciate, sonore, luminose, profumate. Tanto da rimandare la consapevolezza che quello è stato il tuo Tempo ed è Passato. Poi si vivacchia anche così, ci si indigna... soprattutto davanti alla prevaricazione, alla violenza quotidiana, l’ingiustizia, la miseria politica... la certezza di non contare più, l’attesa testarda che qualcosa accada, che qualcuno (non da solo) alzi la testa... si ribelli. Indichi un futuro percorribile anche da questo nostro stracciato Paese. E magari sarà Emma, la sua mano per ora bambina.
Grazie amici, per l’intensità dei ricordi che sono stati conservati con tanta cura. Le vostre parole affettuose verranno sicuramente inserite nella rubrica Le vostre lettere, in uno dei prossimi aggiornamenti del sito... Un abbraccio da tutti noi che seguitiamo a incontrarci almeno una volta l’anno.
A tutti e tre un bacio.

Giuliana

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Cara signora Giuliana,
grazie di cuore per la sua mail, per noi un’ulteriore abbraccio di verità ed autenticità; ricevendola abbiamo riprovato la stessa sensazione di presenza, di contatto che ci avvolgeva ogni sera guardando il vostro programma, ascoltando le vostre conversazioni sempre interessanti, da cui sono partiti importanti spunti di riflessione sulla vita e sul coraggio di vivere.
Sentivamo che oltre la finzione del palinsesto, la costretta naturalezza dei dialoghi e delle situazioni, c’era un sottile rumore di fondo, come un lavorio d’alveare, che disturbava il “tutto previsto” del format, che solleticava le nostre orecchie come una poesia sussurrata in mezzo a un temporale... ci faceva rimanere lì ad ascoltare, a veder uscire e materializzarsi davanti a noi le vostre personalità differenti, i vostri caratteri, il modo singolare con cui ognuno di voi parlava di sé, forse subendo una piccola violenza, ma disposto ugualmente a lasciarsi attraversare dagli sguardi molteplici delle telecamere.
Abbiamo ricevuto moltissimo dal vostro lavoro e dalla vostra generosità, e ciò è tanto vero quanto incredibile e paradossale: come si possono ricevere idee e spunti da un sistema di comunicazione che fa della passività dell’utenza il suo punto di forza? Eppure è stato così, e noi che abbiamo goduto della vostra presenza nella nostra casa siamo stati dei privilegiati. Nonostante l’intensità delle emozioni che avete tenute sveglie in noi, nonostante l’avervi in casa, fra pappe, pannolini e incertezza, in una sorta di muta intimità, non posso darle del tu, perché non ci conosciamo affatto. Le nostre vite scorrono da sempre in direzioni sconosciute, non condivise... la scomparsa del signor Salvo è prima di tutto un immenso dolore per chi ne ha conosciuto il respiro e il battito del cuore, per chi ha toccato le sue mani o ha diviso con lui il suo pasto o la sua vita. Per tutte queste persone, per voi, proviamo un profondo sentimento di comprensione ed affetto, di rispetto... però, per quanto ci riguarda, paradossalmente il signor Salvo non ci mancherà, perché tutto ciò che ha voluto o potuto darci, nel suo fulmineo passaggio nella nostra vita, è integro e vivo; questo non per distacco, ma per intensità... una scia, un solco profondo che passa davanti al tuo vialetto, davanti al tuo giardino incolto, e si allarga fino ai tuoi piedi e porta semi nuovi, e ordine anche, e fantasia. Poi qualcuno di questi semi coriacei, che si chiamano idee, esperienza, sbagli, forza interiore, cade nel piccolo bagaglio di memoria di una piccola bimba... ecco, niente muore più, niente è dimenticato o inutile. Questo vale per il signor Salvo e per tutti voi. Perdoni se, sull’onda dei sentimenti, non sono riuscita a testimoniare la preziosa semplicità di un piccolo miracolo di umanità, passato alla chetichella e quasi in silenzio attraverso le maglie della TV. Non ci conosciamo personalmente... solo scorre tra noi e voi un fiume vivo di emozioni, affetto e gratitudine. E tanto basta.
Con affetto sincero ed ammirazione,

Loredana R., Emma, Maurizio



Cara Giuliana,
è un po’ che ho l’idea di scriverle. Ho letto il suo libro a luglio, l’ho bevuto, amato, sentito vicino tanto che poi ho aperto una mail bianca per scriverle, ma è rimasta lì nelle bozze perché era difficile riordinare le diverse cose che emergevano mentre leggevo... per essere fedele al mio sentire avrei quasi dovuto scrivere mentre leggevo, ma ciò avrebbe snaturato tutto!
E poi... stasera...
Giro canale su Rai Tre prima di andare a letto (vado a dormire prima delle sue ore piccole!!! Anche se adesso il pc segna le 0:25, che sarebbe tardi per me e infatti la giornata di lavoro pesa un po’, ma quando le parole escono di getto vanno colte...).
Beh, dicevo, giro su Rai Tre e inizia un bellissimo documentario di Doc3.

Ne seguo la presentazione in cui si dice che l’illuminata riforma Gelmini chiude le scuole con meno di 50 iscritti. Ad Acquaformosa, paese del Pollino, i bambini iscritti sono 38 e allora che si pensa?...
Si iscrivono gli anziani che non hanno la licenza e si fa una scuola mista!!!
L’apprendere è un passaggio di esperienza? E allora così sia!

Poche parole mi hanno conquistato...
Ho deciso di alzarmi, prendere una VHS e registrare, ma soprattutto mi è venuto in mente, istintivo, di inviare un sms come spesso si fa agli amici: “accendi sul tale canale: c’è una cosa bella...”.
Lo si fa a quelli che si sentono vicini per affetto, per un sentire che si sa comune, per confidenza...
Beh, e sa a chi ho pensato come destinatario per questo messaggio?
Proprio a lei!!!
Ma non è stato un pensiero dettato dalla razionalità (ovviamente non potevo realizzarlo) o dal pensare a chi avrebbe potuto apprezzarlo. È stato immediato! Quasi quasi prendevo proprio il cellulare e scrivevo soprapensiero per poi accorgermi che il suo numero non l’avevo!

E mi è piaciuto sentire dentro questo pensiero!
Ha risolto la mia mail bianca ferma nelle bozze nel migliore dei modi: mi veniva in mente lei perché quando leggevo il suo libro la sentivo proprio così. Vicina nel sentire. Vicina nel filo logico delle emozioni che scriveva. Nel filo del pensiero. Nel modo di scrivere. Nell’onestà che c’era.
Ho avuto la sensazione lei abbia scritto senza filtro forse proprio come qualcuno che ama comunicare per scritto, però non lo fa per mestiere e non si nasconde, vuol proprio arrivare!
Ed ecco come anche io – pensavo leggendo – scriverei!
Ed ecco perché uno si sente vicino a chi scrive così: perché ci si sente grati se uno parla di sé così apertamente.

Sa la cosa strana?
Avevo tanto amato Super Senior... Quanta rabbia per i vari declassamenti di orario... Quanta rabbia quando non ho potuto vedere lo spettacolo: avevano modificato l’orario di poco, ma io non avevo acceso prima la tv perché avevo un esame in ballo e studiavo fino all’ultimo minuto prima delle pause che sceglievo (tra cui quella di fermarmi per voi...).
Che rabbia! Ero tra il 4%... 8%...
Ho scritto anche a Liliana e poi a voi tutti: sono Federica. Qualche traccia dovrebbe esserci...
Beh, ho amato quel programma... Quando sentivo “La Storia siamo noi” che brividi... Quel brivido “civile”, “etico”, quello che prende quando la manifestazione del 25 aprile sfila per le vie del centro fino in piazza del Duomo (a Milano, la mia città) e passano i partigiani. Quel brivido di quando il Papa dice “convertitevi” ai mafiosi... Retorica? NO.

Dicevo: sa la cosa strana? Ho voluto bene alla prima parte del suo libro molto più che alla seconda, in cui si parla del programma...!!!
Quando mi ha portato dentro la sua vita e le sue emozioni, e la Callas nelle orecchie...
Ora penso che forse ce l’ha fatta: il reality è archiviato, ora è lei, Giuliana, che scrive la sua storia. Ora è più importante lei di quella Giuliana televisiva che ci hanno fatto conoscere.

Avevo preso il suo libro perché volevo leggere “che si dicesse dalle vostre parti”... Che dicessero i super senior dopo tanti anni... come stessero, che facessero...
E invece? La storia di una donna... La storia della debolezza, della forza, della tenerezza, della rabbia, della semplicità, di una persona con emozioni che tutti conosciamo nel piccolo quotidiano.

Grazie! Come si dice ad ognuno che si fermi a raccontarci una storia.

Beh, certo ho letto anche il resto, ho sorriso, ricordato, riscoperto, scavato nella memoria per ricordare i volti di persone che, fatti personaggi, non mi sono restate in mente. Me ne accorgevo mio malgrado... Che sforzo per ricordare i volti dietro i nomi!
Perché? Io che ricordo nomi, volti, voci con una memoria cui sono grata perché mi permette di non dimenticare nessun compleanno di amici anche lontani e nessun particolare dei pazienti che ho (sono psicologa e lavoro con gli anziani che hanno famiglie lunghe e complesse e nomi sempre quelli!).
Perché accadeva così? Forse perché eravate personaggi costruiti un po’ ad arte, forzati in parte, certamente tagliati, semplificati.
Questo l’ho capito leggendola.

Certo ho rivissuto il trauma peggiore che si vive da bambino: sapere che Gesù Bambino (da me piccolina veniva lui e non Babbo Natale!) non porta i regali!!!
Eh sì! Perché non è sempre bello vedere il “dietro le quinte”!!! Volevo crederci ancora un po’!!! Ad un po’ della magia che era stata (in parte creata ad arte)...

Eppure per me quel reality è stato l’inizio di molto. È stato come un filo rosso.
Io non ho avuto anziani in famiglia. Posto che per me anziano è “più grande, più esperto, più adulto”. Senior, appunto.
Ma ora, come dicevo, lavoro con gli anziani!
E come mi piace! Purtroppo lavoro poco perché il lavoro non c’è, non c’è per altre categorie, per gli psicologi non c’è da troppo tempo...Tuttavia almeno una decina di ore a settimana ce le ho. Non ci vivo, ma vivo ancora in famiglia, e quindi mi barcameno. Certo ho anche un po’ di rabbia, a volte tanta... tuttavia quando sono al lavoro sono felice!
Non ho nonni da ricordare, morti troppo giovani. Ho adulti più grandi cui guardare solo nella mamma, perché papà è morto quando avevo 15 anni e non siamo cresciuti insieme.
Mi sono laureata nel dicembre del 2004 e la tesi è stata per un caso sugli anziani: anziani attivi che svolgono volontariato. Si trattava di una ricerca che aveva toccato il tema del volontariato indagandolo in ogni fascia d’età coinvolta, mancava questa coorte d’età e la relatrice me l’ha proposta e allora ecco il primo contatto con il mondo anziani! Poi ho fatto un anno di tirocinio con i bambini e quel mondo si è allontanato... Poi ho iniziato a cercare lavoro e una RSA (casa di riposo) cercava psicologi. Eccomi, allora!
E con loro ho capito che questo è il mio mestiere: la clinica con gli anziani. Fragili, malati alcuni, e saggi, e comici, e tristi, e arrabbiati, e difficili. Ma a me questo mondo piace. Mi sento politicamente ed eticamente utile. Mi sembra di incarnare una battaglia. Mi sembra il luogo dal quale anche noi possiamo combattere. Contro uno stereotipo, una paura, un “mettere da parte”, un’assistenza spesso non adeguata.
Ho tante idee e a volte sento la frustrazione di una città troppo grande che fatico a capire e di una debolezza mia nel volerle proporre.
Lavorare con gli anziani è incontrare famiglie e generazioni, ecco perché il documentario di oggi mi è tanto piaciuto. Il futuro è creare occasioni di incontro tra generazioni.

Potrei parlarle di questo per 20 pagine di mail, forse mi piacerebbe parlarne con calma, raccontarle: so che avrebbe orecchie giuste per ascoltare perché la passione/indignazione sociale/politica non va in pensione!
Non ho il culto dell’anziano, solo ho capito, e questo anche ascoltandovi nel reality, che le generazioni appena sopra a me hanno poco da dire, ma con voi è diverso.
Venerdì sera ho seguito il premio del teatro in cui una tremebonda, tenace, vispa e bella Franca Valeri ha detto: “Sono stata fortunata, sono rimasta in parcheggio 5 anni per la guerra, per la nostra generazione è stato così, ma poi ho potuto esprimermi perché le guerre hanno di buono una cosa: finiscono. I giovani di oggi stanno aspettando che finisca qualcosa, ma ancora non hanno capito cosa”. “Grazie di averlo detto”, ho pensato commossa.
E ho 29 anni, non mi sento tanto ragazza: sono nel pieno dello scatto mentale per poter lavorare, ma non è facile.
Ma una 90enne me lo ha riconosciuto.

Nel suo libro ho trovato una frase di Hannah Arendt: “Tutti i dolori possono essere sopportati se si narra, su di essi, un racconto”. Con questa frase ho potuto trovare una chiave per poter comunicare con una signora ricoverata che mi chiedeva un aiuto muto che non capivo e ora so che sarà la frase con cui inizierò una tesina che sto per scrivere in completamento ad un master che ho appena concluso in psicologia geriatrica.

Grazie di aver riportato questa frase, grazie di aver scritto questo libro!
La spero serena e chissà che un giorno non si possa incontrarci: magari alla fiera del libro a Torino (dove non sono riuscita ad esserci), magari per il secondo libro! Torino non è lontana... E io (cosa assurda) non l’ho mai vista!

Un abbraccio,

Federica F.


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La risposta di Giuliana...
Cara Federica,

ecco, nella mia posta elettronica, una delle tue bellissime lettere. Le parole che scorrono sono come sempre fra quelle che hanno condensato e colorato meglio l’affetto grande di chi ci ha seguiti nell’anno 2003 e poi ci ha ancora ricordati. Ma oltre all’affetto c’è un sentire comune che tu sottolinei con la frase “...passione/indignazione sociale/politica che non va in pensione!”.
Mi piace pensarti in quegli anni, mentre studi e fai una pausa per seguirci, mi piace sapere che ti sei laureata in psicologia e soprattutto che ti piace il lavoro che stai facendo: “lavorare con gli anziani è incontrare famiglie e generazioni... Contro uno stereotipo, una paura, un mettere da parte...” E qui mi sdoppio... sono io l’anziana fragile, saggia, comica, triste, difficile, ma sono anche la tua rabbia, il tuo amore, lo scatto mentale che trasforma la ragazza in una donna che vuole prendere in mano la propria vita. È la grande risorsa di questa età, la memoria di ciò che è stato e riesce a farmi ricordare e capire il cammino difficile che tu hai di fronte ora, proprio come se fossi ancora lì anch’io a cercare come te la strada (e in parte è proprio così...).
Grazie per aver letto il mio libro (ne sto scrivendo un secondo...), ma soprattutto per avermi fornito qualche notizia sulla tua vita e sul tuo lavoro.Se scriverai ancora ti prego di darmi del tu, mi identifico meglio.
Ora, come le altre due lettere che hai inviato (voglio ricordare quella splendida che traccia una linea fra le parole della canzone di De Gregori “La Storia siamo noi” e i vari personaggi della trasmissione, parole che mi hanno attraversata come la corrente elettrica di una speranza che era in me, ma vista e vissuta da un’altra persona forte di energie e di sogni che eri tu, ragazza poco più che ventenne che, raccolto il testimone, proseguiva la corsa)... Dicevo... questa tua ultima missiva verrà pubblicata nella pagina Le vostre lettere, come le altre.
Grazie ancora. Un forte abbraccio insieme a tanti, tanti auguri.
Giuliana

P.S.: Anch’io ho visto il bellissimo documentario sulla scuola del Pollino, quei vecchi che si vergognano di essere analfabeti, che forse per la prima volta nella loro vita scoprono la bellezza di imparare, un diritto negato che ora la loro età trasforma in un lusso e nella capacità di riconoscerlo come tale. Vedi? Ancora una volta eravamo sintonizzate sulla medesima frequenza. Ciao.



Ai super senior

Non lo so cos’è scattato
dal momento che ho guardato
quella vostra trasmissione.
Lo ricordo: che emozione
a vedere tanta gente
sconosciuta e intelligente,
tutta chiusa in un castello,
tipo serie “gran fratello”.
Ma che grande differenza!
Questi hanno un’esperienza,
delle vite interessanti
alle spalle e anche davanti.
Non son certo sgallettati,
né sboccati o scollacciati.
Son persone coraggiose,
han lasciato case e cose
per seguire un’avventura
e conviver certo è dura:
stare insieme a quest’età
non è facile, si sa.
Han discusso e litigato
ma hanno tutto superato
e alla fine in un teatro
abbiam visto il risultato:

uno spettacolo su quanto trascorso
nel nostro Paese nel secolo scorso,
balli, pensieri e riflessioni,
la Resistenza e tante canzoni,
faticose storie di donne
con gli zoccoli e larghe gonne,
la politica e il meridione
tra fascismo e Liberazione,
nostalgia del buon Varietà:
come Gene Kelly qualcuno va!
Bello, profondo e interessante,
grida la gente: “Entusiasmante!!!!”

Ma non abbiamo dimenticato
il caro Salvo che ci ha lasciato.
Ora ci guarda, col suo mandolino
sta preparando un bel concertino
e raccomanda a tutti quanti
di tener duro e andare AVANTI!


A voi, va tutto il mio apprezzamento ed il più grande ringraziamento.

Patrizia F.
Roma, 13 giugno 2009



Carissimi,
mi dispiace avere appreso solo oggi che Salvo è morto! Sto traslocando e non aprivo il computer da molto tempo.
Un abbraccio a voi tutti e ai familiari di Salvo.

Franca C.



Caro Salvo,
solo oggi ho saputo che te ne sei andato; sono stata tua amica, e di tutti i Superseniors, fin dal primo incontro.
Purtroppo dopo la breve apparizione televisiva che ho seguito con tanta simpatia e affetto non ci sono stati molti contatti.
Ho spesso problemi con la telematica.
Ogni tanto pensavo a tutti voi, insieme, fortunati per esser riusciti a comporre, casualmente, un gruppo così affiatato anche se assai eterogeneo.
Ricordo la tua cultura e il tuo humour; ricordo le tue citazioni letterarie con le quali, involontariamente, spesso spiazzavi anche ospiti illustri e assai meno colti di te; lo facevi con leggerezza però, senza sottolineare la lacuna, da vero signore.
Ciao, continua a mandarci onde di armonia e vibrazioni poetiche. Come direbbe Paolo Conte, cose da Salvo.

Nadia P.



Ho seguito con passione e divertimento la trasmissione che vi ha visto protagonisti. Peccato che sia stata l’unica esperienza, dovrebbero “oscurare” tante strane cose che mandano su tutte le reti e a tutte le ore. Mi piaceva ascoltare le vostre storie di vita e soprattutto ammiravo e ammiro di voi l’energia la passione che molti di noi giovani non hanno.
Io ho quasi 39 anni, sono una maestra di scuola primaria e sono mamma di due bambini, sono io stessa nata in un’epoca vuota e mi rendo conto di quanto oggi i genitori riempiano gli spazi liberi dei loro figli (tra la scuola, la palestra, la tv e i compiti) di oggetti inutili. Vi adoro e sono tanto dispiaciuta per la scomparsa del Vs amato e stimato compagno di viaggio. Vi abbraccio con affetto e tanto, tanto rispetto,

Tina B.



Desidero inviare un pensiero riconoscente a questo personaggio che ho molto apprezzato. Poeta, saggio, simpatico. Rimane nel cuore.
Ciao Salvo, grazie di esserci stato.
Una affezionata toscana.

Dina O.



Avendo aperto una nuova casella di posta, apprendo con ritardo la notizia della scomparsa del “grande” Salvo. Come avevo già scritto, Salvo mi piaceva perché mi ricordava tanto mio padre che, guarda caso, si chiamava come lui. La somiglianza anche era notevole (altezza, fisico asciutto, baffi...), ma quello che più li accomunava era l’indole giocosa e splendidamente ironica. Mi rammarico di non averlo potuto conoscere di persona perché, come mio padre, anche io sono una sempre pronta alla battuta e trovo che la vita può essere molto noiosa se non ci si diverte o quanto meno se non si riesce a trovare il lato bello (o meno peggio) delle cose. Vi dirò una frase che ho pronunciato quando se ne sono andati miei cari e tanti amici fraterni, ed è “Non piangiamo per averlo perso, rallegriamoci invece per averlo conosciuto”.
Un affettuoso abbraccio a tutti voi, con amicizia.

Laura S. - Bari



Cari (siete di famiglia),
partecipiamo al lutto che ha colpito tutti noi per la perdita di Salvo. Volevamo ringraziarlo per quelle emozioni che ci ha lasciato nelle sue canzoni.

Michele N., Tina, Carmine, Ada, Giovanni, Francesco e Federico



Addio Salvo, non ti dimenticheremo.

Cristina M.



Proprio ieri mattina ho ricanticchiato “Questa è la terra mia”, scritta da Salvo, che dice anche “...il giorno che Dio vuole la terra che mi ha fatto mi ripiglia”. Lui sapeva come lo sappiamo noi tutti che ciò accade nella nostra esistenza. Ma noi che restiamo, sentiamo il dispiacere per la perdita di una persona cara e stimata, come era Salvo.

Ersilio F.



Sono molto, molto triste della scomparsa del vostro compagno Salvo...
Mi piace ricevere ogni tanto vostre notizie... Mi piace pensare che questa breve esperienza televisiva ha dato luogo a questo lungo percorso comune.

Francine L.



Ho appena letto il messaggio relativo alla morte di Salvo, uno dei personaggi della vostra avventura televisiva che ricordo con tanto affetto, grazie al suo charme ed al suo humour stile anglosassone. Da Napoli un pensiero affettuoso a Salvo con l’augurio che anche “lassù” possa deliziare con la sua creatività e generosa poesia.
Con l’occasione invio un bacione a tutti voi: siate forti nel dolore ricordando i momenti trascorsi con Salvo, sia nel periodo in cui vi ho seguito in TV sia nei mesi successivi alla trasmissione.

Roberta P.



Carissimi supersenior,
non ho parole per descrivere il dispiacere di questa notizia.
Alla famiglia così unita quale è quella di Salvo, mandate per favore un grande saluto ed un abbraccio.

Nadia R.



Da ieri, da quando abbiamo ricevuto la notizia, stiamo cercando le parole giuste per esprimere tutta la nostra tristezza. Vi seguiamo da sempre, sin dalla vostra prima “apparizione” e, seppur in silenzio, abbiamo continuato ad ascoltarvi, a leggervi e a parlare di voi. È per questo che il Signor Salviati (il profondo rispetto e l’ammirazione ci impediscono di chiamarvi colloquialmente per nome) ci mancherà.
Un virtuale abbraccio a voi tutti. Continuate a scrivere e a “parlarci”, perché questa generazione che ha tutto ma non apprezza niente ha bisogno di chi, come voi, riporti la vita ai giusti valori, all’essere e non all’apparire.

Francesca e famiglia



Mi unisco al dolore vostro e dei familiari di Salvo.

Viviana M.



Sono molto dispiaciuta.
Siete tutti delle persone speciali, ma c’è sempre qualcuno che spicca più degli altri.
Salvo era sicuramente un uomo che non passava inosservato per la sua capacità di comunicare ed il suo spirito. È naturale che la simpatia metta in evidenza chi ne è dotato, e ve lo dice una che in quanto a chiacchiere è ben scarsa. Da ragazzina ho sempre sofferto l’isolamento per la mia timidezza e, pur nel mio silenzio, mi legavo ai più simpatici per godere almeno dell’altrui gioia.
Salvo, in tv e con le sue poesie, mi ha regalato molti sorrisi (almeno finché la trasmissione è andata in onda).
Un giglio e tanti, tanti, tanti grazie a Salvo.

Rachele



Ciao a tutti. Sono una vostra ammiratrice fin da quella che io considero una delle più belle trasmissioni. Ho riso e qualche volta pianto con voi. Sono dispiaciuta per la morte di Salvo, persona “giovane” molto più di tanti giovani. Ringrazio tutti per le belle serate trascorse. Sarebbe bello si potessero ripetere...

Ciao, Anna.



Grande Salvo, amico caro che piaceva la musica e l’amicizia, adesso lui è insieme con il nostro amico Giancarlo Sicuteri per fare musica. Amici inseparabili anche lassù.
Grazie Salvo per le belle cose che mi hai detto, amico mio.

Edith da Amsterdam



Mi sento come se avessi perso un grande amico, una persona dinamica e simpatica... un vero “signore d’altri tempi”, un grande uomo ed una grande persona... mi dispiace tanto per lui che non c’è più e per le persone alle quali non regalerà più il suo immenso sorriso! Ma il ricordo rimarrà sempre e sarà ogni giorno più vivo dentro noi tutti... grazie a lui e a tutti voi!!!

Marianna



Sono addolorata. Se n’è andata una persona meravigliosa. Credo che chiunque abbia potuto conoscere di persona Salvo sia stato un privilegiato. Anch’io mi sento una privilegiata per aver attinto, attraverso la televisione, alla Poesia, alla Saggezza, allo Humour. Sono vicina ai familiari ed a voi tutti.

Franca



Ho saputo in questa tarda serata della scomparsa di Salvo.
Seguirvi, volervi bene da lontano, sperare sempre di rivedervi un giorno alla televisione, sono tutti desideri e sentimenti che ammutoliscono di fronte alla partenza di una persona cara.
Salvo, che conoscevo come tanti attraverso quello sguardo in video, le parole spiritose che sapeva esprimere, la sua allegria, la sua bella intelligenza, è come se fosse stato un familiare stretto.
Ed è così che voglio stringermi a voi, alla sua famiglia, a Volterra, meravigliosa cittadina toscana, che lo accoglierà.
Mando un forte abbraccio a tutti. A Salvo più forte ancora.

Silvia M. - Mestre



Ciao, Liliana.
La notizia di Salvo mi ha rattristato. Come ho già scritto all’indirizzo comune, Salvo era una delle persone che mi erano piaciute di più durante la trasmissione.
Non ho avuto antipatia per nessuno, ma ho amato particolarmente Salvo, te (scusa la presunzione nell’usare tanta confidenza, ma posso assicurarti che vi voglio davvero bene come se vi avessi conosciuto personalmente e fossimo diventati grandi amici), Ivana e la casalinga che lasciò la trasmissione (mi sfugge il nome, ma il suo ricordo mi provoca  ancora la stessa tenerezza che mi infondeva allora).
Volevo dirti che ti ho ammirato moltissimo. È passato tanto tempo ma ricordo che mi emozionavano i tuoi racconti, il tuo vivere il periodo della guerra, il tuo coraggio. Spesso i miei nonni ed i miei genitori accennavano a quegli anni, ma non avevano molto da dire tranne che era tutto razionato, quindi mi annoiavo a sentir ripetere sempre la stessa tiritera. Con te non è successo. Forse anche loro avrebbero da raccontare tante cose, ma non sanno renderlo interessante, o semplicemente non pensano che potrebbe essere più stimolante per me ascoltare episodi più banali, ma che vadano al di là del semplice “Non avevamo tante cose da mangiare”.
Credo che una parte di me ti abbia amato anche per quel tuo dichiarare la tua scelta di non sposarti. Quando la trasmissione è andata in onda io mi ero già sposata, ma per tanti anni ho dichiarato che non volevo farlo e ho rifiutato diversi corteggiatori, perché per me ciò che contava non era tanto essere amata, ma amare: che gioia avrei potuto avere nello sposare un uomo che non amavo?
Ho letto un po’ le tue impressioni ed ho ritrovato quello che è ancora il mio pensiero.
Dici: “L’amore non ha età. Faccio fatica a convincermi. Man mano che si va avanti negli anni, si entra nella schiera di quelli che... si devono accontentare. Accade esattamente l’opposto: aumentano le esigenze, si impara a volersi bene e non si accettano svalutazioni.”
Per me era lo stesso, una grande rabbia mi pervadeva quando mi dicevano che dovevo accontentarmi, “ma di che?”. Ad un certo punto non li pensavo più, non mi arrabbiavo ma restavo irremovibile sulla mia scelta.
Poi, quando meno me lo aspettavo, ho incontrato il mio futuro marito. Incredibile! E la cosa più incredibile è stato finalmente l’essere ricambiata da qualcuno che mi scatenava delle emozioni. Siamo sposati da cinque anni e, se possibile, lo amo più di prima. Perché avrei dovuto rinunciare a tutto questo? E sarebbe capitato se avessi dato ascolto agli altri e non al mio cuore. Avrei dovuto accontentarmi solo per avere un anello al dito? Chi mi avrebbe restituito la gioia che lui mi dona?
So che essere soli a volte è duro, ma sono convinta che il matrimonio non sia un modo per trovare compagnia. Per quello ci sono tante altre possibilità da seguire. Se nel matrimonio non c’è amore, la casa diventa un incubo e si rimpiange di essersi sposati, allora è meglio non farlo se non si è convinti e non c’è amore.
Ricordo che sei stata innamorata, e questo è importante, aver provato l’emozione: a volte dolce ed altre dolorosa, dell’amare.
Ora devo andare, sono stata fin troppo lunga.
Un bacio.

Rachele

*     *     *
La risposta di Liliana...

Carissima Rachele,

ho ricevuto il tuo messaggio... Ti ringrazio di ricordarmi dopo tanto tempo. Eravamo, apprendo, sulla stessa linea di pensiero per quanto riguardo le unioni, scartando alla base ogni compromesso in attesa di convinzioni totali.
Io ero ormai fuori dai giochi, ma la mia convinzione è rimasta intatta e, credimi, non ho rimpianti. Intuivo con un certo timore che la mia vita poteva andava in mani non sicure. E il destino, forse, ha deciso per me.
Tu sei stata fortunata. Ti è capitata una cosa bellissima, una cosa che tutti vorrebbero. Sono molto, molto lieta per te. Ti auguro questa felicità all’infinito. Auguri anche al tuo compagno. Mi rallegro con lui per averti incontrata.
Un abbraccio forte... e seguimi sul sito, così non ci perdiamo.

Liliana



Carissimi amici,

quelli che siete rimasti (e siete tanti... e siete cari...): dobbiamo darvi una notizia molto triste. Il nostro grande Salvo Salviati è morto, lasciandoci soli e infreddoliti. Chi di voi l’ha conosciuto e, per quel poco o quel tanto, l’ha seguito, può capire quale sia la perdita per la sua famiglia, per noi tutti e per la sua Volterra, che infatti gli ha riservato funerali solenni in Duomo, con tanta poesia e musica e affetto.

La prima pagina del nostro sito nei prossimi giorni sarà dedicata a lui. Chi desidera posare il fiore di qualche parola, troverà il solito spazio per poterlo fare nella pagina dei Contatti.

Un grande abbraccio da tutti noi.

Super Senior



Pochi giorni fa ho rivisto il vostro programma (che ho registrato) perché sto preparando la tesi e parlerò di voi. Sono emozionata anche a scrivere queste poche righe, per farla breve voglio dirvi grazie, per le risate e per le lacrime; a volte per il troppo ridere e a volte per l’emozione che mi chiudeva la gola e l’unico “urlo” possibile erano le lacrime. Quindi vi dico di nuovo grazie! E mi permetto di dire che in Rai non hanno assolutamente capito la vostra forza e non hanno saputo valorizzarvi (ovviamente mi riferisco al programma). Mando a tutti voi un abbraccio e un saluto speciale a Liliana.

Silvia



Al nostro amato Generale...

“Generale, dietro la collina, non c’è più la notte crucca ed assassina...” Ma ci voleva davvero tanto per uscire allo scoperto? E gli altri “desaparecidos” (Aldo, Luisa, Antonella, Attilio, Mira...) che cosa aspettano a mantenere almeno attraverso la Rete i contatti con i loro ammiratori “storici”?

Già pazze di nostro, siamo diventate pazze di lei nel 2003. Un Generale dalle chiome bianche e fluenti... Che cosa chiedere di più alla vita? Ma la “farina del suo sacco” a pioggia, naturalmente. E magari qualche partecipazione televisiva...

Siamo due studentesse romane di Sociologia che aspirerebbero a laurearsi con una tesi sul reality più clamorosamente misconosciuto nella storia della televisione italiana. Se il prof. dovesse accogliere la nostra proposta, vi “tormenteremo” con un sacco di domande sulla vostra esperienza.

Che cosa aspetta la Rai a riproporvi sullo schermo? Vi tiene forse a invecchiare in botti di rovere?

Un abbraccio affettuoso a tutti... Dose doppia al Generale!

Eleonora & Giulia,
due assidue telespettatrici nonché lettrici del MITICO sito dei Super Senior.



Non posso crederci! Vi ho ritrovati! Mi sono sempre chiesta come mai quella bella trasmissione non venga mai ricordata, citata, non riesco a darmi una risposta: è perché siete, come me, super senior, e in questo universo mediatico bisogna essere per forza giovani? O perché la vostra appartenenza ideologica, fondata sull’esperienza di una vita vissuta e non sulle parole, infastidisce o preoccupa gli occhiuti e insospettabili tutori del mass-pensiero?

Marina



Sono passati quattro anni dalla mia esperienza televisiva! Tanti? Pochi? Non lo so. L’avvenimento ne ha cancellato i termini reali. Quattro anni metabolizzati con troppa lentezza dall’impatto con una realtà non reale che rompendo gli argini della quotidianità aveva dilatato i confini di un immaginario del nulla.
Nessuno di noi aveva avuto precedenti esperienze del genere, e ognuno di noi si è impegnato al massimo per produrre ciò che ci era stato richiesto. Non volevamo deludere il nostro datore di lavoro... Abbiamo concepito il contratto (per quanto mal retribuito...) con la mentalità di un tempo, il nostro tempo, quando, stabilito l’accordo, l’impegno era scontato. Al massimo delle nostre capacità, lo abbiamo portato a termine. Dando al tutto - e come surplus - un’umanità peraltro non richiesta ma che con gli anni si era accumulata in noi e nella quale volevamo inglobare tutti i facenti parte, alte sfere e maestranze, registi un po’ intimidenti di grosso calibro e di grande cultura, sopraffatti da conduttori simpaticamente inesistenti, inadatti al traino, capaci però di cancellare le tracce dell’accaduto con una brutta battuta in una trasmissione televisiva, battuta cattiva e poco elegante, in contrasto con la casata di appartenenza, la cui carta magnetica di introduzione gli apre (forse...) le porte in sostituzione di un inesistente talento.
Il gruppo, però, affettivamente non si è mai sciolto. Ci sentiamo spesso e saltuariamente ci vediamo, come avvenuto ora in occasione dell’anniversario che ci ha uniti. Tutti, dal nord al sud: il Generale, nostra lettera alfa, militarmente rappresentativo; Francesco, traboccante di umanità oblatrice; Salvo, poeta vago e incisivo in tutte le arti; Luciano, colto e fragile, imprigionato in una realtà che non è la sua; Ivana, che eroicamente la realtà l’ha sempre presa di petto; Giuliana, passionale e coerente con le proprie idee, frustrata dal tradimento che altri, facendole proprie, hanno stravolto; Milena, custode introversa dei propri sogni mai realizzati; Antonella, costretta a quotidianità pesanti per lei, così algida e al di sopra di tutto; Ugo, ultimo entrato, che ha fatto con noi un tratto breve ma di perfetta integrazione, al quale siamo grati per la sua generosità, che fa sì che ogni volta che ci incontriamo metta a disposizione la sua villa con relativa piscina. E infine ci sono io, con il mio affetto per ciascuno, con i miei tanti anni. Saggi? Non so quanto! Comunque tutti abbiamo capito troppo tardi che la Rai con la culla prepara anche la bara, dentro cui non è riuscita però a seppellire l’anima e lo spirito di un gruppo creato per caso. E di questo, in fondo, gliene sono molto grata.

Liliana



Dissenterie: un Super Senior ad honorem.

Mio padre era un partigiano.
Sentendo parlare di resistenza e di disgustoso quanto idiota revisionismo storico sulla resistenza, vorrei ricordare quello che mio padre voleva dimenticare. Eppure voleva scrivere un memoriale.
Lo capisco. È morto il 26 luglio del 2005. In cabala 22 come i chiodi della cassa. Spento per un ictus... spento un po’ alla volta, come la natura, ma anche lo stato, sa fare.
Fu riconosciuto come patriota e non come partigiano, per un “errore burocratico”... per una discriminazione tra le correnti politiche delle brigate quando consegnò le armi. Lui non era comunista.
Ma mio padre era un partigiano.
Non m’ha mai parlato degli orrori compiuti da quei “ragazzi” sulle montagne, che lui forse non ha visto, ma solo della paura. Delle pallottole che fischiavano sopra le sue spalle mentre fuggiva sulle montagne, del suo nascondersi dietro anfratti di roccia al passare dei tedeschi in belle uniformi... sparavano alle finestre delle case al loro passaggio. Feroci rastrellamenti. E mio padre a nascondersi sotto ai depositi di letame dei piemontesi. Gente che parlava una lingua per lui quasi incomprensibile. Lui straniero, colto di liceo classico... (allora la preparazione scolastica in latino e greco era davvero sorprendente). “L’è ün d’la Basa...”, commentavano allo straniero in terra piemontese. È uno del Meridione. Ma le donne amavano i partigiani a quanto sembra. Li nascondevano, li coccolavano... Vidi una piccola fotografia sbiadita nel suo cassetto, dopo che morì. Una certa Rita che chiedeva di essere ricordata così. Bella, come la sirenetta di Copenaghen, su di un masso in riva ad un fiume. Fra offerte di polenta e rifugio, deve aver conosciuto l’amore quel ragazzo. Giocavano al tiro al bersaglio vicino al fiume con fucili improponibili. Si inceppavano. Alcuni erano incapaci di montarli e di usarli. Invece i fucili dei tedeschi, quelli sì che funzionavano. Non saprò mai se ha ucciso qualcuno. Io non credo. So solo della sua grande pietà e dell’orrore che può aver visto. Commilitoni morti. Uno sotto le coperte. Solo la testa fuori. Il resto del corpo senza spessore. Tutto piatto. E poi la sorpresa di vedere i suoi nemici impauriti, ragazzi come lui, mentre lui e gli altri partigiani li scortavano verso Torino, alla fine della guerra. “Sciupa ‘n drinta!” gli urlava la folla. Spara nel mucchio. Si trovò a dover difendere i suoi “nemici”, l’unica volta che li poté vedere in faccia. Biondi, ordinatissimi e spaventati. Che gioco assurdo deve essere stato. Lui che giovane e viziato dalla famiglia s’è trovato a scegliere tra andare in Russia coi fascisti o rifugiarsi tra le montagne coi partigiani. E poi l’orrore peggiore che ricordava, era il linciaggio della folla di un “collaborazionista” al termine della giostra dell’assurdo. La rabbia della gente faceva paura anche a chi aveva combattuto e corso come una lepre in salita per salvarsi la pelle.
Mio padre era un partigiano. Non un patriota.
Nascosto sotto il letame per non farsi trovare dai cani dei tedeschi. Potete anche solo immaginare la paura?
Mio padre preferiva vedere i bombardamenti come a capodanno. All’aperto, piuttosto che scendere nei rifugi. Soffriva di claustrofobia. Ben motivata da un cerino che si spegneva man mano che scendeva verso il basso, per la mancanza d’aria, in un rifugio.
Ecco cos’era la guerra. Paura. Paura e fuga. Altri sparavano. Mio padre aveva solo paura. E fretta di tornare a casa.
Sul treno del ritorno fu colto da dissenteria. Lo tenevano per le mani in una specie di vagone merci. Le donne dei campi ridevano e salutavano quel curioso spettacolo. Ecco cosa vi lascio, terre liberate. Ora mi libero anche io, sembra voler dire questo ricordo. E al momento della consegna delle armi viene segnato come patriota... Nessun riconoscimento dallo stato. Lo stato che anche a nome di Napolitano, di Pansa e altri uomini “di sinistra” sembra voler rivedere la verità storica di quegli anni.
È stupido e contro la storia e il buon senso pensare che migliaia di assassinii abbiano lo stesso peso contro i milioni dall’altra parte. Non c’è bontà nella guerra. Non c’è chi ha torto e chi ragione. Qualcuno avrà pure vinto, no? Ma mio padre è morto e voleva dimenticare tutto quello che gli è passato sulla testa: che sia la “dura vendetta” di alcuni partigiani, vecchi guerrieri alpini e più esperti di lui, che siano le rappresaglie di un esercito feroce e agli sgoccioli, come quello tedesco, o la demenza fascista, che siano gli eterni voltagabbana italiani che acclamavano gli americani quando fino al giorno prima salutavano a mano tesa, che siano le bombe poco intelligenti degli americani che avanzavano portando la democrazia, la coca cola, la cioccolata e sigarette meno tossiche delle “nazionali”, che sia stato tutto questo, alla fine è passato... ignorando un animo mite come è sempre stato mio padre... Ma la sua memoria non voglio cancellarla, né farla cancellare.
La resistenza è attuale più che mai. Vorrei accodare questa storia a quelle dei Super Senior... per non dimenticare. E vigilare e far vigilare. Non revisioniamo niente. Ci sono stati morti. Riposino in pace. E chi governa pensi ad essere un po’ meno fascista. In Italia purtroppo c’è questa realtà. Di misconoscimento della memoria, di dissuasioni, intercettazioni, di scarsa libertà di parola, di biechi interessi d’oligarchia, di CIA, di fascismi... tutto è molto più confuso di quella notte in cui mio padre era un ragazzo e decise di non andare a morire in Russia. Allora c’era da scegliere. Ora è un tutto un pantano. È tutta una resistenza. Contro un nemico sottile, che cambia volto ma è sempre là, che come allora vuole tutto, il controllo di tutto... inventandosi la realtà a suo comodo e nutrendo i suoi più acerrimi nemici, i terroristi, di fatto ormai suoi alleati.
Ma oggi, in Italia, come è possibile che anche chi è stato in guerra e si dichiara “di sinistra” possa desiderare di riscrivere la resistenza? Allora come adesso, sembra che si continui a raccontare bufale. La democrazia? La libertà? C’è mai stata? Io personalmente credo di no.
Ma nel frattempo onoriamo i combattenti e cerchiamo di far finta che abbiano combattuto per la libertà. Non infanghiamo ancora di più la situazione in cui versa l’Italia. Sarebbe ora di cercare di uscire da questo pantano che è la storia recente, ormai sempre più ignorata, riscritta e travisata. Niente dittature, né vecchia maniera, né “dolci” come quella attuale.

Il gesto più rivoltoso di quel partigiano che è stato mio padre lo vedo tutto in quella dissenteria sulla via del ritorno... E questo indica una strada possibile.
L’intestino c’è rimasto... forse, per dissentire.

Valerio Mele



A proposito di “Murales” di Giuliana.

Ho letto la domanda drammatica di Giuliana circa la presenza delle scritte “minacciose” nei confronti delle ingerenze della Chiesa... Concordo. Io penso che siamo “prigionieri” e basta, “politici” sarebbe una sopravvalutazione che ci verrebbe concessa... In quanto personalmente penso che lo spazio “politico” a me rimasto in concessione sia giusto quello del mio stomaco e del mio intestino, che cerco di sottrarre a perniciose influenze mediatiche. Quel che volevo aggiungere è che a me piace immaginare un pretino con lo spray che abbia potuto scrivere quelle “minacciose” scritte sui muri... Fa tanto comodo criminalizzare i laici (gli anticlericali sono già considerati alla stregua dei peggiori terroristi ormai, in questa Italietta di finti bacchettoni) e ergersi a baluardo della tradizione cattolica, difesa, ahimè, a colpi di Casini...
Viva la libertà sempre, con i suoi paradossi e le sue analogie. Tragica e comica, triste o felice, poca o tanta che sia.

Valerio Mele



Ciao, Giuliana...

(...) non ho fatto mancare la mia protesta. Un abbraccio a tutti. Insistete, chissà che non ci ripensino e ci diano più valore.

Erminia (Torino)



(...) spero che la televisione mi regali un altro programma come il vostro.

Carlo



Carissima “amica” Giuliana,

ma che bello ricevere una sua mail... Non c’è niente da fare: i toni dei suoi messaggi, così come quelli presenti nel vostro sito, sono gli stessi che rendevano Super Senior tanto speciale... Da quando mi è arrivato l’invito a “rammentare” la vostra esistenza come rappresentante del “4%”, ho ripreso le mie visite virtuali al vostro indirizzo web, mi sono persa nella lettura dei vostri racconti, tra le testimonianze e le poesie di chi l’Italia non solo l’ha vissuta ma l’ha costruita (eh già... perché oggi che siamo ricchi di tutto, oggi che ci basta esprimere un desiderio per vederlo realizzato... oggi non sappiamo più sognare, oggi “avere un ideale” sa di obsoleto... una forma verbale caduta in disuso).

Riflettevo sui paradossi della vita e di conseguenza della TV... Voi che avete “perso” - per modo di dire, si intende - la gara dell’audience, avete conquistato la simpatia REALE e la partecipazione ATTIVA del vostro pubblico anche a programma concluso, mantenendo (o meglio, costruendo) negli anni un rapporto più o meno costante ma sempre di fiducia e di autentica simpatia. Voi che avete partecipato ad una sorta di reality, avete saputo sconfinare dal perimetro della finzione entrando nella nostre case e soprattutto nei nostri cuori non come “tipologie umane” ma come persone VERE.

È stato bello avere di nuovo l’occasione di comunicare con voi... La vita ed il lavoro spesso mi impediscono di potermi dedicare a cose tanto piacevoli... ma mi riprometto di non perdervi più di vista, anche solo varcando più spesso la soglia del vostro bellissimo spazio virtuale.

Un abbraccio fortissimo a lei ed a tutti i suoi compagni di avventura, un saluto particolare a Liliana che tanto ha saputo farmi sorridere (e riflettere) durante la trasmissione.

Francesca



Che bello sentirvi, cari super senior!

Buongiorno, cara Giuliana!

Spero stiate tutti bene: è un po’ che non seguo il vostro sito, ma quando ho letto la vostra e-mail mi siete venuti in mente tutti insieme, un po’ come quando si sente un sapore piacevole che non si sentiva da un po’... Che bello era seguirvi!

E poi mi è ritornata la rabbia di non aver potuto vedere il vostro spettacolo finale, perso per un disguido nelle registrazione e perché l’orario era, come al solito, al servizio del palinsesto... In realtà spesso penso al programma proprio perché seguo Cominciamo bene, dove tra il pubblico vedo sempre Ivana!

(..) sto per inviare ora la mail a Cominciamo bene perché proprio oggi, martedì, ci sarà la rubrica di Enza Sampò dedicata proprio all’indice di gradimento: ora la invierò, non prima di aver inviato il bacio più grande a ognuno di voi e sperando siate tutti sereni: Liliana, Generale, Milena, Salvo, Francesco, Mira, Luciano, Aldo, Luisa, Ivana e Giuliana. Nominandovi uno ad uno mi ricordo di ognuno di voi!

*     *     *

Dire che il mio gradimento vada a voi è scontato: ormai sono anni che vi seguo registrandovi se sono fuori casa (prima per l’università, poi per il tirocinio, ora per cercare lavoro) e questa nuova piccola rubrica di Enza Sampò è molto interessante soprattutto per chi, come me, finisce sempre per apprezzare programmi poco popolari e per questo molto bistrattati dai cambiamenti dei palinsesti che si adattano al terribile Auditel e non al nostro gradimento!!!

Uno tra tutti? Super Senior. Un reality andato in onda tra i primi reality e passato inosservato pur essendo bellissimo! Aveva una prima serata la domenica su Rai Tre condotta da Pietro Sermonti e poi, dato lo scarso ascolto, è stato messo in orari improponibili, tanto che io stessa, che ero riuscita a vedere le puntate settimanali registrandole di notte, ho perso, con grande rabbia, lo spettacolo teatrale finale preparato dai concorrenti!

Loro erano undici senior solo d’età, ma non per testa, spirito, interesse: persone normali, ognuno con il proprio presente anche complesso, ma con un passato bello da sentire e una cultura fatta della storia che avevano vissuto... Una di loro è lì nel vostro pubblico tutti i giorni: è Ivana, e sono contenta sia lì e stia bene... Chiedete a lei, vi racconterà l’emozione! Ora hanno un sito (www.isupersenior.it) che è dedicato a noi, al loro 4%: così ci chiamano perché siamo il loro share attestato - appunto - a non più del 4 per cento!

Allora se chiedete qual è il reality che preferite io voto questo: Super Senior! Andato in onda nel 2003 quando io avevo 23 anni, annunciato da una sigla che faceva venire i brividi (La storia siamo noi, di De Gregori) e godibilissimo da vedere...

Molti dei programmi di Rai Tre fanno parte del gradimento ma non arrivano, per ascolti, per esempio alle ribalte dei grandi premi: perché Cominciamo bene non ha nomination all’Oscar della TV o al Telegatto?! È vero, si lavora anche non solo per il riconoscimento percentuale e forse si lavora per il riconoscimento che vi giunge via mail dal pubblico, ma anche gli addetti ai lavori dovrebbero riconoscervi!

Credo che il senso dell’indice di gradimento sia nel mettere da parte quell’affermazione che dice che la televisione è fatta di quello che il pubblico vuole! Questa affermazione che si sente spesso fare anche da persone molto rispettate nell’ambiente è nient’altro che un modo per non impegnarsi a lavorare. La televisione è ciò che viene proposto da chi la fa e il pubblico può essere “educato” ad apprezzare questo o quel programma dando il proprio gradimento: la TV non la fa il pubblico!

Buon lavoro a tutti.

Federica F.



Cara Giuliana e cari tutti,

ho appena inviato la mia testimonianza al programma Cominciamo bene sul sondaggio dei reality; spero che ne vogliano tenere conto.

Francamente non capisco la politica della Rai in questo momento: nutro la speranza che la sinistra al governo riesca a incidere nelle scelte dei programmi di intrattenimento, dando spazio anche a quei telespettatori non proprio entusiasti di vedere gente che litiga, che spettegola, che si denuda a ora di pranzo e soprattutto che dice montagne di banalità. Il programma Super Senior è stato un’oasi nel deserto nell’era dei reality televisivi, perché è stato l’unico adatto a tutti, compresi i bambini e i giovani che in voi protagonisti hanno rivisto i loro nonni o zii.

Io ho 54 anni, un lavoro impegnativo (mi occupo di cerimoniale), una figlia grande che lavora e vive per conto suo, sono single e quando torno a casa la sera, spesso stanca, ho desiderio di vedere qualcosa che mi tiri un po’ su, che mi faccia distrarre e mi prepari a una buona nottata. Che cosa c’è invece in TV la sera? Praticamente niente, tranne Fazio e la Dandini che sanno fare buona televisione, non c’è niente di veramente leggero e simpatico per distrarsi. Mi si dirà che i programmi devono seguire la cronaca di quel che succede in Italia e nel mondo e che quindi le tre reti RAI devono adeguarsi. Ma dove sta scritto? Che la vita umana sia dura e costellata di tragedie lo so bene come tutti, del resto, e allora? Io che pretendo una distrazione intelligente da un servizio che pago, devo sentirmi un mostro solo perché non voglio vedere fino alla nausea, per esempio, la casa dove è stato ammazzato il bambino di Cogne? Sento la radio dalle 6 di mattina, leggo ogni giorno il giornale e mi informo su tutto quello che succede. Ma poi basta. La sera, a casa, devo poter scegliere qualcosa da vedere per il mio piacere.

Giuliana, lei come sta? E Salvo, Milena, Luciano, Liliana, Francesco il napoletano come me, Ivana e Ugo come se la passano? Dia loro un mio saluto affettuosissimo, e a lei che si é ricordata di me, un caro abbraccio e un sincero “non perdiamoci di vista!”S;.

Laura



(messaggio inviato alla redazione di Cominciamo bene - Indice di gradimento)

È alquanto singolare che un programma della RAI non menzioni un proprio reality trasmesso qualche anno fa, che, a mio parere, è stato molto interessante e che forse andrebbe riproposto. Mi riferisco a Super Senior. Tra tanti culi e tette sbandierati ai quattro venti e overdose di persone caratterialmente disturbate di cui francamente non se ne può più, io apprezzerei rivedere persone grandi, di quelle con l’esperienza vissuta nella mente e nel cuore e che sappiano, finalmente, trasmettere sensazioni positive.

Laura S. (Bari)



(messaggio inviato alla redazione di Cominciamo bene - Indice di gradimento)

Salve,

alla luce del sondaggio televisivo lanciato dalla Vostra trasmissione qualche giorno fa sulle preferenze del pubblico in fatto di reality ho sentito la necessità di esprimere anche il mio punto di vista.

Non ho potuto farlo prima ma spero valga ugualmente.

Io ed il mio compagno abbiamo fatto parte del pubblico, se pur esiguo, che ha seguito ed apprezzato l’unico reality che puntualmente non viene citato nei vari talk show o simili: Super Senior.

Abbiamo dovuto accettare anche come semplici fruitori di un programma RAI la dura legge dell’audience che inesorabilmente “uccide” tutto quello che non raggiunge una certa percentuale... un modo più di un altro per ridurre i programmi televisivi a meri prodotti di consumo.

Ma non è la morale quella che voglio esprimere in questo momento.

Premetto che ho 36 anni ed il mio compagno pochi di più, grandi appassionati di cinema non disprezziamo la televisione, guardiamo di tutto, dal programma di stampo più culturale a quello più generalista e cosiddetto di evasione, tra cui appunto i reality. Quest’anno l’interesse per questo genere di prodotti è decisamente scemato, ma siamo ancora fedeli (più per abitudine che per scelta) a L’isola dei famosi su Rai Due.

Mi sorprende che ogni trasmissione, o meglio che ogni discussione televisiva intorno a questo, relativamente nuovo, modo di far televisione, tra i vari sondaggi o nei tentativi (più o meno riusciti) di analisi non menzioni l’unico reality targato Rai Tre - il che lo renderebbe di per sé già “speciale” e motivo di interesse - ma soprattutto l’unica formula che era riuscita a rendere la vita vera, vissuta, respirata, sudata, sofferta ed amata un momento di autentico spettacolo (e non il contrario, assoggettando la vita, la personalità e la dignità individuale alle richieste dello spettacolo).

Se in Super Senior erano i racconti dei protagonisti, era lo scontro o meglio il confronto, a volte anche animato, di idee e personalità differenti a dare vita giorno per giorno ad un programma che nasceva nel suo quotidiano divenire, in tutti gli altri reality succede esattamente il contrario perché tutto è già stabilito, tutto è già calcolato creando a priori intorno ai personaggi situazioni particolari atte a determinare certi comportamenti... L’unico imprevisto che può capitare in un reality tradizionale è che un concorrente si ritiri dal gioco o il nome del vincitore finale... per il resto è tutto già programmato per accadere: litigi, infatuazioni, tradimenti, amicizie... etc... etc... Cambiano i nomi di anno in anno ma non i fatti, non gli avvenimenti.

In questo modo il reality si sta trasformando nella ricerca di una formula collaudata e vincente, sempre più svincolata dal suo elemento reale ed imprevedibile (per citare un episodio recente, anche la bestemmia di Ceccherini in diretta a L’isola dei famosi è stata in ogni caso istigata da una situazione creata e voluta dagli autori... sicuramente la forza delle reazioni e il loro manifestarsi non può essere calcolato - nessuno poteva immaginare che Ceccherini avrebbe trasceso - ma il loro verificarsi lo è quasi sempre).

In Super Senior al contrario si respirava l’aria di casa nostra, di tutti i giorni, la dimensione umana di spontaneità veniva rispettata quanto più possibile... forse questo rendeva il programma meno avvincente ma sicuramente non era scontato...

Detto questo... mi chiedo come si possa analizzare un fenomeno televisivo se non si parla degli aspetti fondamentali che lo hanno caratterizzato negli anni, sia positivi ma soprattutto negativi.

Se Super Senior non ha funzionato (al di là di alcune ragioni tecniche e logistiche molto precise... secondo il mio parere la stessa RAI non ci ha creduto fino in fondo e più che promuoverlo si è limitata all’esperimento costringendolo in spazi ed orari sempre meno accessibili), sarebbe comunque corretto, in una discussione seria, citarlo in un confronto con tutte le altre formule più o meno vincenti a cui abbiamo assistito fino ad oggi. Solo così si può dire di aver affrontato questo argomento in modo onesto e convincente (e non solo parlando dell’ultima edizione di un programma consolidato), perché se è vero che Super Senior ha fatto meno ascolti di altri resta fino ad oggi la proposta più originale e alternativa a cui abbiamo assistito.

Scusandomi per la verbosità e ringraziandoVi per l’attenzione, porgo cordiali saluti.

Francesca (Brescia)



(messaggio inviato alla redazione di Cominciamo bene - Indice di gradimento)

Buongiorno,
il mio reality show più amato è stato Super Senior perché non c’erano “nominations”, perché il posto dov’erano sembrava un incanto, perché alcuni dei super senior avevano molto da raccontare. E perché c’era una finalità: lo spettacolo teatrale.
Perché non si parla più di Super Senior?
Cordiali saluti

Marco S.



(...) perché l’intelligentissimo e vero Super Senior non è mai citato, ma quando riprende? La prima volta dei reality in cui si è parlato di cultura, arte, politica, Resistenza, ecc. E chi lo farà mai più? Non hanno il coraggio!

Fran



Salve, ragazzi! Siamo due figliole quasi trentenni e con tanta voglia di rivedervi ancora in video... Vi abbiamo seguito per tutto il vostro percorso televisivo e vi abbiamo amato perché il vostro è stato il reality per eccellenza. Fantastici davvero... Siamo venute anche al Brancaccio per vedervi! Vi prego di farci sapere se organizzate qualche incontro o spettacolo perché non mancheremo... Ci siete rimasti nel cuore!
Un saluto affettuoso a tutti... Siete grandi!

Mary & Vale



Signori di Cominciamo bene,
rispondo al sondaggio “Qual è il reality televisivo che vi è piaciuto di più?”.

Non sono una amante dei reality show in quanto li considero in generale fasulli; dopo il primo zapping per pura curiosità, li escludo dal mio panorama televisivo.

L’unico reality show che ha acceso la mia attenzione e mi è sinceramente piaciuto è stato Super Senior. I motivi sono molteplici: lo scopo della convivenza era la realizzazione di un musical da parte di persone non professioniste dello spettacolo, i partecipanti erano persone dignitose ed educate; nessuno indulgeva a volgarità, esibizionismi e sciatterie; ognuno di essi aveva un vissuto personale che è stato interessante conoscere. Erano persone, e non personaggi.

Saluti.

Nadia P.



Carissima Giuliana, rispondo direttamente a te per dirti - nonostante abbia sentito solo parlare dei reality ma senza mai averne visto uno (per caso, un esempio di questi sarebbe Un posto al sole che fanno su Rai Tre alla sera?) - che sono strafelice che Super Senior non venga citato tra i reality in corso nella programmazione televisiva.
E sai perché? Perché la bellissima trasmissione che avete saputo confezionare (quanti anni sono già passati? e quanta nostalgia devo ancora provare prima che ritorniate?) è stata un’idea unica, nulla a che vedere con i cosiddetti “reality”.
Siete stati e siete insuperabili, perché avete trasmesso emozioni e sensazioni e idee che hanno rappresentato la vera realtà di persone che sanno stare insieme e convivere senza conoscersi, sanno discutere, incazzarsi e fare amicizia vera senza mai essersi fatti condizionare da una telecamera. Questo è il significato autentico della parola “reality” (maledizione anche all’inglese, ma non sono capaci di aprire il Devoto o di chiedere a Tullio De Mauro quale magnifica parola italiana possa essere usata al posto di una inglese?).
Dunque, forse vi darò un dispiacere, ma considero un punto di orgoglio il fatto che non vi abbiano nominato (è successo anche a Porta a Porta?). E poi, diciamocela tutta, voi dovete tornare in video, altro che essere semplicemente nominati come un ricordo!
Sarei pronta a sottoscrivere una semplice richiesta da farsi alla RAI.
Ciao. E buon lavoro.

Silvia M.

P.S.: Sono, con molta contentezza, una vostra fan della prima ora.



Ritengo che i programmatori delle nostre TV non tengano mai conto dei gusti degli spettatori.

La prova più evidente l’abbiamo durante l’estate: in quel periodo “i nostri eroi televisivi” vanno per il mondo a spendere i miliardi ingiustamente guadagnati.

Noi, invece, che non abbiamo più vent’anni e neanche i miliardi in banca dobbiamo sorbirci, nelle lunghe serate estive “Gli amori di Pupo” o “La vita di Don Carmelo Carrisi” (si chiamava così il padre dell’onnipresente Al Bano?).

D’inverno, invece, assistiamo ai melliflui intrattenimenti di Bruno Vespa, alle insopportabili trasmissioni politiche presentate dai ruffiani moderatori vicini al Governo del momento. Durante le mattinate vengono preparati sotto i nostri occhi piatti raffinati e costosi accompagnati da generose scollature di presentatrici tardone ed affamate di sesso, non tenendo conto che ad assistere a questi preparativi ci sono milioni di persone che devono vivere con pochi euro al mese.

Sono certa di essere uscita fuori tema, ma scusate il mio sfogo.
Giustamente vi rincresce se il vostro programma, tra l’altro molto gradevole, sia stato ignorato anche a Porta a Porta, ma pensate anche a chi come me passa le serate a guardare la TV annoiandosi mortalmente.

Ci sono i libri, direte voi, ma anche gli occhi cominciano a dare fastidi.

Io ritengo che ormai le televisioni italiane abbiano veramente superato ogni limite di decenza. Mi scandalizza anche il fatto che presentatori (tra l’altro, anche poco simpatici) siano pagati con somme stratosferiche e ci vengano imposti per interi decenni.

Mi fermo qui, non prima di convenire con Voi che Super Senior è stato l’unico reality piacevole (l’unico, tra l’altro, che abbia seguito assiduamente). Probabilmente ignorato, oggi, dalla RAI perché non si parlava di sesso e perché non c’erano scene di nudo.

Cordialmente,
Donatella



Secondo noi, quello che si può considerare di gran lunga il miglior reality show mai andato in onda sulla televisione italiana è Super Senior, trasmesso da Rai Tre nel 2003.

Per citare le parole di Aldo Grasso, si trattava di «un programma divertente e complesso, garbato e intelligente, che insegna[va] a vivere con spirito e gioia la vecchiaia, ma anche a rappresentarla», e ancora, un esempio di «tv autoriale, perfettamente calibrata in capitoli e sorretta da una splendida colonna sonora».

Indimenticabili restano i protagonisti della trasmissione, scritta da due firme storiche della TV italiana come Angelo Guglielmi e Bruno Voglino, e condotta da Pietro Sermonti: un gruppo di ultrasessantenni, appassionati di teatro e attori dilettanti, scelti dopo estenuanti selezioni tra circa 13.000 candidati, ospitati per tre mesi a Palazzo Bonaccorsi (splendido castello quattrocentesco a Castel San Pietro, in provincia di Rieti) e ripresi (con discrezione) dalle telecamere di Rai Tre.

Certo, era un reality show, ma non l’ennesima versione de Il grande fratello; la trasmissione, infatti, si caratterizzava per l’assenza di volgarità, forzature, cattive maniere e di competizione (per gli anziani concorrenti non vi era in palio nulla, se non la soddisfazione di interessare il pubblico mostrando anche i lati positivi della cosiddetta terza età). Anche per questo, Super Senior è stato definito «il più puro e innocente dei reality show», una trasmissione dove non si è fatto ricorso a nessuna astuzia, non si è fatto leva su alcun stimolo di bassa lega, né sul facile antagonismo che poteva nascere tra i protagonisti, visto che non erano previste eliminazioni o gare. I super senior, inoltre, avevano un obiettivo ben preciso: scrivere e mettere in scena uno spettacolo teatrale; le telecamere di Rai Tre, quindi, per tre mesi hanno ripreso la bizzarra compagnia proprio durante le discussioni che precedevano e accompagnavano la stesura del testo e le prove dello spettacolo. E alla fine, l’8 dicembre 2003, Dalla vita in su... (il meglio dei Super Senior) è andato in scena - con la regia di Fabio e Alessia Lionello - al Teatro Brancaccio di Roma, ripreso e trasmesso dalle telecamere di Rai Tre. Il successo è stato entusiastico, al di là di ogni più rosea aspettativa (tra il pubblico erano presenti anche volti noti dello spettacolo e della cultura, da Andrea Camilleri a Ugo Gregoretti, da Serena Autieri a Vincenzo Salemme, oltre ovviamente a Pietro Sermonti).

La verità e la forza del loro spettacolo stava nelle esperienze personali portate in scena: infatti, come scrisse Alessandra Comazzi su La Stampa, si trattava di «persone che hanno vissuto veramente, e dalle loro vite messe insieme hanno saputo trarre uno spettacolo». Dalla vita in su, ripercorreva gli ultimi sessant’anni di storia italiana attraverso le esperienze dirette dei testimoni dei fatti raccontati (ciascuno dei super senior, infatti, aveva un suo a solo, in cui rievocava un episodio significativo della propria vita): dall’8 settembre del 1943, con la fine del regime fascista e la dichiarazione via radio dell’armistizio firmato da Badoglio, alle Quattro Giornate di Napoli; dalle Fosse Ardeatine (il padre di una delle protagoniste dello spettacolo, Mira Micozzi, fu tra le vittime dell’atroce strage nazista) alla Liberazione; dall’immediato dopoguerra al boom economico, fino ai giorni nostri, passando per il Sessantotto, il femminismo, tangentopoli etc. Il tutto accompagnato dalle canzoni scritte dagli stessi super senior e da loro eseguite dal vivo.

Questi signori e signore dai capelli brizzolati, dopo tre mesi di convivenza, avevano insomma messo insieme uno spettacolo in cui si raccontavano; erano persone autentiche con una storia da narrare, con vite di spessore alle spalle: il loro rimane un buon esempio di come si possa recuperare il valore del dialogo fra le generazioni, rinunciando alle maschere grottesche di cui la TV è piena per mostrare e raccontare la vita di persone straordinarie ma normali.

Paolo B.
Graziana G.
Egidio B.
BRESCIA



Rifatelo ancora questo reality, per favore. Grazie.
Mauro O.



Quando fu trasmesso il reality Super Senior, ne fui molto contento perché finalmente un programma molto diverso dagli altri e lo seguii con molto interesse. Ma nessuno ne parla più di quel programma. Perché? È vero, l’audience non era strabiliante, ma era pur sempre una cosa interessante.
Forse con i dovuti accorgimenti e cambiamenti, si potrebbe anche riproporre una cosa simile in TV. Credo proprio di sì, visto il ciarpame che ci viene propinato! Almeno quello era una cosa diversa e più intelligente, per cui credo che si potrebbe anche tentare di riproporlo.
Cordialmente.

Piero (un quasi 64 enne...)



Siete stupendi, ci mancate tanto in televisione!!! Quando tornate???
Un abbraccio forte forte a tutti voi.

Elisa



Che gioia è stata scoprire attraverso un motore di ricerca il vostro nuovo sito!!! È STRAORDINARIO. Elegante, ordinato e agile da “spulciare” proprio come un libro. Tenetevi stretto il webmaster che l’ha realizzato e che continua ad aggiornarlo con tanta cura. E fategli avere i nostri complimenti. Ormai è raro trovare su Internet un sito dove regna l’equilibrio tra contenuti e grafica (di solito sono sbilanciati verso un eccesso di animazioni ed effetti che rendono inevitabilmente “lenta”, e quindi noiosa, la navigazione...).

Leggere le Impressioni di Liliana è diventato il nostro appuntamento con la Rete... Ogni volta una riflessione mordace o su cui meditare. Come devono essere fortunati i compagni dei suoi tanti viaggi intorno al mondo...

Ciò che abbiamo letto di Giuliana (i retroscena della trasmissione, la sua vita privata...) dà i brividi. Le sue parole sono di una profondità inquietante, il suo modo di scrivere non sazia mai la nostra avidità di lettori. Continua, continua, continua. E cerca una casa editrice che pubblichi i tuoi scritti, se non lo hai già fatto.

Un consiglio che rivolgiamo anche a Ivana. La sensibilità che traspare dalle sue poesie (e che di rado si è vista nella trasmissione televisiva...) merita un posto diverso dal “cassetto” in cui probabilmente sono rinchiuse. Speriamo che nella sua vita ora ci sia un uomo migliore di quello di cui scrive... Lo merita, come tutte le donne che subiscono le angherie in silenzio. Brava, per il coraggio di uscire allo scoperto.

E gli altri? Tocca a voi “assidue” esortare i vostri compagni a mantenere questo contatto con noi altri. Dal momento che non possiamo più vedervi in video, non privateci MAI di questa finestra che vi permette di raggiungere i vostri tanti ammiratori.

Un abbraccio sincero, e grazie per la vostra caparbietà nel continuare a rendervi visibili. Voi potete anche fare a meno della RAI. Forse la RAI farebbe invece meglio a non fare a meno di persone del vostro spessore...

Matteo & Isabella



Ho letto la vostra pagina di presentazione e ringraziamenti e mi è molto piaciuta. Ricorda il clima di sana e matura cordialità della trasmissione televisiva: eravate amici “di video” (di penna, direbbe Charlie Brown) con appuntamenti mai mancati. Abbiamo riacciuffato per caso e con molto piacere la signora Liliana, e speriamo di tenerci in contatto frequente con lei e, suo tramite, con tutti voi. Sarà per l’età (anch’io entro gratis nei musei pubblici!), ma è molto interessante vivere vivacemente come voi. A risentirci.
Ruggero L.



Sono molto felice di aver ricevuto la tua mail. Guardando Super Senior ho trovato meraviglioso quando parlavate del vostro passato, sono tempi così diversi dai nostri che hanno prodotto, anche fra mille difficoltà e problemi, una generazione speciale come la vostra (insomma dai 60 in su). Non è solo un complimento, ti assicuro! Forse a causa della guerra siete forse l’unica generazione ad aver imparato dagli sbagli del passato e aver l’opportunità e la forza di poterci insegnare qualcosa. Mi ricordo che mia nonna non parlava mai del passato se non in termini di povertà e stenti quotidiani, come se non ci fosse niente oltre la sua “fame”. Ti mando un abbraccio fortissimo e spero di risentirti presto.
Luisella B.



Ciao Liliana, sono Luisella, ho 32 anni, due figli (12 e 7 anni), un matrimonio crollato almeno 7 anni fa e... una grandissima voglia di vivere!!!! Ho seguito tutto il programma su RAI TRE, sono rimasta affascinata da tutti voi ma in particolare da te perché assomigli moltissimo a mia madre che ho perso circa un anno fa, un vuoto enorme perché persone come te e come lei ti riempiono la vita e specialmente per me era la parte di me “sicura”, tutto quello che non sono.
(...)
Abito in un minuscolo paese dell’entroterra marchigiano, sono pazza del teatro e non ho mai visto uno spettacolo. Quando avevo la libertà di farlo ero troppo giovane per interessarmene, ed ora che mi piace non ho più modo e libertà di farlo.
Adesso ti devo lasciare, è la prima volta che scrivo ad un personaggio della TV e non mi aspetto che tu mi risponda, ma se volessi farmi dono della tua amicizia per me sarebbe fantastico. Ciao.
Luisella B.


*     *     *
La risposta di Liliana...
Cara Luisella,
mi fa molto piacere che ancora ti ricordi di me e soprattutto se associ la mia figura a quella di tua madre. Anch’io persi la mia a trentuno anni, lei ne aveva cinquantotto, e il nostro era un rapporto molto positivo come immagino sia stato il vostro. Sono punti fermi affettivi insostituibili che solo il tempo può sfumare. Tu hai due bambini e lì puoi attingere tanta forza.
In quanto alla tua vita sentimentale, alla tua età le batoste e gli sbagli sono cose normali. Credi a me, ne ho una lunga esperienza. Forza, Luisella, hai tutta una vita ancora da riempire.
Tanti auguri affettuosi, con un poco di invidia per la tua giovane età che tanto tempo fa è stata anche la mia...
Liliana



(...) approfitto di questo indirizzo per ringraziare te e i tuoi compagni degli auguri di Buon Anno e farveli a mia volta, sperando di essere perdonata se affollo la vostra posta. Vi penso spesso e ascolto le vostre canzoni, sperando di rivedervi presto in TV.
Viviana M.



Carissimi, ricambio di cuore i graditi auguri che mi avete inviato!
Spero che il vostro sodalizio continui, sarebbe bello potervi rivedere in televisione...
Auguro a tutti voi un felicissimo Anno Nuovo, ricco delle cose che nella vita contano... non soldi, ma salute e, soprattutto, AMORE!!!
Con grande stima,
Caterina S.



(...) Grazie per ricordarvi di me! Come dicemo noi qui in Brasile: sento “saudades” di voi.
Un grande abbraccio a tutti voi che siete cosi carini.
Suelena P. e famiglia



Ciao Giuliana,
ti auguro un buon Natale e un felice anno nuovo e sono contento di averti conosciuto anche “fuori” dall’acquario televisivo.
Marco S.



(...)
Non posso dimenticare la trasmissione che vi ha portato nelle nostre case (e ancora ce l’ho con la RAI per il cambiamento nel palinsesto ). Ancora auguri...
Franca Z.



Augurissimi a tutti voi e spero che nel 2006 sia possibile venire a vedere un nuovo spettacolo.
Buone feste a tutti. Un saluto particolare a Luciano, che ho avuto modo di incontrare qui a Roma quando ho acquistato i CD.
Sonia R.



Mi avete fatto commuovere, quando riprenderà un vostro programma simile o sulla stessa linea?
Carlo C.



Ciao a tutti i Super Senior! Giorni fa ho incontrato a Napoli Ivana e Liliana e abbiamo chiacchierato un po’! Sono stata felicissima visto che vi ho sempre seguito nella vostra avventura televisiva.Spero di vedervi presto a teatro (fatemi sapere se organizzate uno spettacolo a Roma o Napoli). A presto amici e un bacio soprattutto a Ivana, Liliana, Pietro Sermonti e all’affascinantissimo Francesco!
Alessandra



Grazie mille dell’informazione. A quando il DVD?
Bravi, bravi, bravi! Siete stati una delle cose più piacevoli da vedere in televisione, mi piacerebbe rivedervi in DVD.
Ciao a tutti.
Edith



Cara Giuliana, grazie per i testi delle canzoni. Se è possibile, puoi informarmi se ci saranno altre occasioni per potervi rivedere?
In ognuno di voi, nella storia di ciascuno, ho trovato qualcosa della mia vita, o della vita che avrei voluto - senza colpevolizzare me o altri. La vecchiaia rende i sentimenti più leggeri (più saggi?).
Ti abbraccio.
Viviana, da Roma



Ciao Giuliana,
grazie della tua bella lettera. Le immagini paventate da te non sono troppo distanti dalla realtà, soprattutto per quanto riguarda la chiesa con un odore di polvere misto a cera e profumi di persone che non ci sono più da tanto tempo ma che sembrano parlare ancora vuoi per “Ex voto”, vuoi per “appropriazione” di qualche panca o per il regalo di una tovaglia datata 1919.
È un luogo silenzioso e confortante. Hai pienamente ragione Giuliana.
Un luogo che impegna tempo ma che mi dà anche tanta compagnia con la “c” maiuscola.
Conosco gente anche nella felicità di una nascita o per l’imminente matrimonio. Preparo per i funerali e a volte penso a chi preparerà per il mio.
A volte vedo più rispetto del luogo nei laici agnostici o chiamali come vuoi tu che non in noi praticanti che a volte sembriamo al di sopra e chi sa quante persone allontaniamo di Chiesa... è un discorso lungo e ne riparleremo...
Al lavoro: ho delle finestre ma guardano la fabbrica. Lavoro in una ditta privata in un piccolo paese di 6.000 persone.
Grazie ancora della tua bella risposta. Lo sapevo che scrivevi bene, si capiva da come parlavi anche in trasmissione e dai testi notevoli delle tue canzoni che sono un affresco di certe situazioni vitali.
Un caro saluto.
Marco S.



(...)
Per quanto riguarda le canzoni di Salvo, (alcune) mi ricordano gli stornelli toscani di un mondo contadino che ormai non c’è più. Non ti dico che sono brutte, sono disarmoniche nel resto del CD. Che ho riascoltato con grande piacere (tutto comunque).
Per conoscere meglio me... a me piace poco raccontare di me perché mi sembra che non ci sia nulla di eccezionale. Ho 36 anni, sono impiegato, sono un buon lettore di libri, il sabato faccio il sacrestano: pulisco la chiesa, porto al bar gli avvisi, penso all’intenzione delle messe, sposto le statue, preparo per i matrimoni, funerali, battesimi. Abito in campagna e non c’è più un sacerdote dal 1988. Lo sostituisce uno vicino che dice la messa alle 10 la domenica.
Vivo ancora in famiglia ma ho i miei spazi vitali. Ho i genitori sui 70 anni con forti problemi di vista e non vedo come potrei lasciarli soli. Non possono guidare più... Quando guardavo Super Senior mi prendevano in giro perché a loro non piaceva che si “raccontasse” il loro mondo.
(...)
Mi sembra di aver perso tempo a volte, altre di aver molto migliorato me stesso con letture e con la maggiore conoscenza di me che viene col tempo.
Ciao, a presto...
Marco S.


*     *     *
La risposta di Giuliana...

Caro Marco, quello che racconti mi appare come un affresco. Per abitudine, da sempre trasformo subito in immagini le parole che leggo. Ed ecco che mi appare un giovane che per cinque giorni alla settimana lavora come impiegato (Chissà dove... chissà come sarà l’ufficio, in paese, in campagna, avrà una finestra che lascia intravedere alberi e cielo?).
Poi, al sabato, quel giovane entra in una vecchia chiesetta di campagna, con le belle porte di legno e l’oscurità fresca e profumata di cera. Lì, nel silenzio, in pace, mette a punto la parte burocratica dei sentimenti della piccola comunità che nasce, vive, si sposa, muore. Lì, con il suo lavoro nascosto e silenzioso mantiene il decoro di quel luogo che apre le porte sempre più raramente, ma ancora, ostinatamente, chi desidera incontrarsi per celebrare un avvenimento importante, trova il suo spazio di fede. Negli angoli bui e misteriosi, statue di santi, candelabri, arredi di un tempo che fu, apparentemente rassicuranti rispetto alla paura esterna. Immagini consuete, tramandate, curate come antiquariato di anime.
Forse, se anche tu tradurrai le parole in immagini, ci puoi trovare proprio Salvo e le sue canzoni.
(...)
Già, noi laici, agnostici, atei, senza riti né luoghi, con la sola fede negli uomini di buona volontà. (...)
Aspetto che tu corregga le immagini dell’affresco che ti riguarda. Buonanotte. Con affetto.
Giuliana



Ciao Giuliana,
ho ascoltato con piacere il CD. Mi piace molto. Con qualche riserva per alcune canzoni di Salvo. La musica suona bene e sono molto belle le parole. Mi piace molto la considerazione sulla vita e la morte di Liliana.
Mi è piaciuta anche la tua canzone sulla fine del tuo matrimonio e la vita che comunque poi riprende. E anche la canzone di Ivana che ieri sera ho visto ne Il maresciallo Rocca.
Davvero un lavoro lodevole. Grazie e ringrazia tu tutti.
(...)
Un caro saluto.
Marco S.


*     *     *
La risposta di Giuliana...
Caro Marco,
sono contenta che il CD “Dalla vita in su” ti sia piaciuto e ti sono grata degli appunti e delle considerazioni che sottolineano l’attenzione nell’ascolto della musica e dei testi. Le tue riserve su alcune canzoni di Salvo sarei curiosa di conoscerle per conoscere meglio te, poiché mi hai rivelato di essere anche sacrestano e di questi tempi varrebbe la pena capire meglio quale percorso interiore ti ha portato a una scelta così impegnativa e soprattutto non individuale, ma rivolta alla collettività.
Un caro saluto.
Giuliana



Grazie delle notizie. Ho acquistato il CD, ma, complice anche la mia età, ci sento poco, e non posso gustare appieno le canzoni perché non trovo i testi. Potete aiutarmi? Cari saluti a tutti voi.
Viviana M.


*     *     *
La risposta di Giuliana...
Cara Viviana,
a nome di tutto il gruppo ti ringrazio per avere acquistato il nostro CD, ma soprattutto perché questo attesta il fatto che ti ricordi della nostra avventura televisiva e, alla fine, teatrale. Mi fa piacere pensare che i telespettatori di quel reality tengano nella loro casa le nostre voci e i nostri pensieri.
Ti invio quindi i testi dell’intero CD insieme ad un abbraccio affettuoso.
A nome dei Super Senior: Giuliana.



Cari Super Senior,
non tramonterete mai. Sapere che siete riuniti, pronti a nuove esperienze mi ha fatto un grande piacere.
Due anni fa non potei venire a vedere il vostro spettacolo al Brancaccio perché vivevo in Sicilia, e purtroppo non mi era semplice venire a Roma, specie in quel periodo. Ma adesso a Roma ci vivo, mi sono trasferita, e non attendo altro che una vostra tappa nella capitale.
Non dimenticherò mai le emozioni suscitatemi dal programma e dal vostro spettacolo... grazie.
Agnese



(...) Mi dici che non c’è stata “sincerità” nel rivederti. Io un po’ l’avevo capito, tipo quando avevano montato la puntata con un “finto fidanzamento” tra Ivana e Mister No, il vostro primo regista (del gruppo).
Ma non avevate nessuna esperienza televisiva? Perché davanti alle telecamere eravate naturali.
Io non capisco perché non hanno rifatto un Super Senior... anche se da un punto di vista di share non è stato esaltante era confortante vedere voi, anche per chi è più giovane.
Ma sei sicura che altrove la TV sia migliore che in Italia, la generalista almeno? A me è capitato di andare qualche volta all’estero per turismo e prima di tutto non mi è sembrata molto più triste della nostra a volte.
Mi sembra che abbia ragione Freccero quando dice che la TV mostra una realtà “pettinata”, è sempre così, sia nell’informazione, che nel varietà, che nel talk show.
Ma forse è così anche nei giornali, dove ricerchiamo meglio l’approfondimento.
Un caro saluto.
Marco S.



Cara Giuliana,
ti ringrazio molto per il graditissimo dono del CD, che ho (abbiamo) molto apprezzato.
Estendi, per favore, i miei complimenti e le mie felicitazioni anche agli altri Super Senior che hanno partecipato all’impresa.
Un affettuoso saluto da Paolo B. (e famiglia)



Ciao Giuliana,
mi rimandi le indicazioni per avere il vostro CD, ho cancellato per errore la precedente mail.
Con i tuoi inquilini di TV con chi sei rimasta in contatto? Quando ti sei rivista hai percepito sincerità nel progetto televisivo?
Vi hanno più invitato a qualche trasmissione come ospiti? Se andate a Cominciamo bene dimmelo così registro.
Ciao.
Marco S.


*     *     *
La risposta di Giuliana...
Ciao, Marco.
Mi chiedi con chi sono in contatto del gruppo. Con tutti, anche quelli che, per varie ragioni hanno deciso di non far parte della Compagnia teatrale. Spesso ci incontriamo anche solo per nostalgia, ma più spesso per fare lo spettacolo in qualche città, e molto spesso tra l’autunno 2004 e la primavera di quest’anno per incidere il CD. Come già saprai abbiamo caratteri molto diversi, come già accadeva nella trasmissione, a volte ci contrapponiamo, ma l’esperienza vissuta insieme ci ha marcati con tanta intensità da farci superare qualunque dissapore e quando saliamo sul palco si produce una vera magia, dove ciascuno di noi dà il meglio di sé creando una coesione fantastica di grinta e partecipazione.
Mi chiedi anche se ho trovato sincerità dentro la TV e dentro quella trasmissione. La risposta è NO.
Il nostro reality era sicuramente una nicchia d’autore, ma anche lì non c’è stata sincerità e questo ha causato parecchia sofferenza quando, a casa, ci siamo visti. Però ora conosco meglio i meccanismi del perché la televisione non può che mentire, ma anche se ciò non è condivisibile non è la cosa peggiore. Il peggio è che questa manipolazione è fatta quasi sempre per sottolineare la spazzatura che avanza. Anche se, sapendole trovare (soprattutto dalle 23:30 in poi) ci sono anche bellissime cose. Anche lì per fortuna qualcuno che rema contro esiste ancora.
Comunque, se sei curioso di sapere di più su tutte queste vicende, abbiamo scritto parecchio di quell’avventura sul nostro sito: www.isupersenior.it
Il sito è rivolto quasi esclusivamente a voi telespettatori per raccontare meglio ciò che è successo e ciò che succede. Ti si apriranno tutta una serie di mondi davvero interessanti.
Storie di vita, pareri, emozioni, malinconie e anche una grande ironia. Potrai fare la conoscenza dei nostri musicisti e del nostro webmaster, che è anche il nuovo regista dello spettacolo teatrale. Benvenuto.
Un abbraccio.
Giuliana



Mi mancate, ma sinceramente non credo che avrei più il tempo per guardarvi; con la bimba che sgambetta per casa e prende capocciate un minuto sì e l’altro pure, non riesco a restar ferma davanti alla TV per più di 10 minuti.
Baci.
Rachele



Grazie sig.ra Giuliana della sua lettera e mi scuso se l’altra volta avevo sbagliato il suo nome.
Sulla trasmissione: era godibilissima anche se il montaggio seguiva una certa trama un po’ progressista a volte.
Mi piaceva molto Antonella, aveva una gran bella voce.
Se ci dovesse essere un incontro però la vorrei conoscere perché mi piace molto anche il suo avere sempre certezze.
(...)
Ho letto che Angelo Guglielmi sostiene che il telespettatore fedele era un lettore di libri, io ne leggo abbastanza... Mi piacevano le vostre liti e i racconti di un recente o meno recente passato e anche l’atmosfera da vacanza in comune.
Vorrei rivedervi in TV, chissà se un giorno non ci sarà l’opportunità. Me lo faccia sapere.
(...)
Cordiali saluti.
Marco S.



Ciao carissimi, mi piacerebbe tanto rivedervi dal vivo in uno spettacolo teatrale o in un altra situazione. Alcuni di voi per me sono dei veri miti di vita, io ho 22 anni e sentirvi raccontare il vostro passato e vedervi in relazione per me è stata un ’esperienza televisiva bellissima. A quando la prossima?... Spero di vedervi presto...
Fabio C.



Complimenti per la nuova veste del sito, è magnifica!
Un caro saluto a tutti e a ciascuno.
Vostro Paolo B.



Perché non riprendere la trasmissione? Ho imparato di più ascoltando certe vostre discussioni politiche che non in tutte le fiction di Canale 5 (Banale 5)! A presto.
Francesca F., scrittrice, poeta, critico letterario.



Ciao, Giuliana,
ti mando alcuni scatti fatti alla Cecinella.
Ci sono molte foto carine. Appena possibile, come promesso, ti invio il CD con tutti gli scatti (anche agli altri che lo hanno chiesto).
Saluti.
Alessandro P.


*     *     *
La risposta di Giuliana...
Molto carine le foto che mi hai inviato.
Hanno il “movimento” del palco. Complimenti da una ex fotografa professionista (non digitale).
Sono davvero interessata agli altri scatti, anche perché stiamo realizzando un CD della parte musicale: inseriremo certamente delle foto nel librettino annesso. Se pescheremo fra le tue inseriremo il tuo nome, sempre col tuo consenso.
Un abbraccio.
Giuliana



Anche se con grande ritardo (ma molte delle vostre lettere continuano ad esserci recapitate solo oggi...), rispondiamo a una curiosità di tanti telespettatori: la sigla di testa del programma Super Senior.
Si tratta di Surfin’ safari, dei Beach boys (autori: Brian Wilson - Mike Love).
Un saluto dai Super Senior...



L’altro giorno ho sentito “La storia siamo noi”...!!! Eh, sì è ormai la vostra sigla, è una canzone che ho sempre amato: è bella, è poetica, è quello in cui credo e quindi mi ha sempre preso, ma adesso riesce anche a farmi venire in mente l’inizio della vostra trasmissione, quando passavate uno per uno, con i sorrisi di oggi e le immagini di ieri... Mi siete tornati in mente e mi è venuto voglia di scrivervi, dopo averlo fatto a febbraio quando mi avete mandato quel (bellissimo) messaggio in cui mi dicevate che, dopo tanto cercarvi si poteva vedervi su Internet... Poi non ho più scritto, ho visto il vostro sito nascere, prima con più “pagine in costruzione” che pronte, poi con quello che (quasi!) ognuno di voi ha iniziato a scrivere e, in questi giorni, divertendomi a seguire le nuove, piccole schermaglie!!!

Questa volta no, stavolta mi siete venuti in mente ed ho avuto voglia di dirvelo soprattutto perché ogni volta che vi leggo e vi penso non vedo l’ora di vedervi in teatro (non so se vi ricordate di me: sono quella povera studentessa che ha perso la prima parte del vostro spettacolo per un esame!!!)...

Lunedì, dunque, studiando, beh come al solito(!!!)... Condivido l’abitudine di Filippo (che vi scrive nel blog) di accendere la tv (anch’io su Rai Tre) la mattina mentre studio tenendola senz’audio per poi alzare il volume se qualcosa mi attira, ma lunedì erano tutti ancora in vacanza e non c’era il solito “mattino di Rai Tre” e allora... per evitare di addormentarmi ho messo su il cd di De Gregori, nel computer, mentre traducevo (la cosa più noiosa della terra!!!) un articolo per la tesi...

Ed ecco “La Storia siamo noi”... Ed ecco ognuno di VOI davanti agli occhi!!!... Ma, ascoltandola una seconda volta, anche ognuno di NOI: ad un certo punto infatti ecco, “la storia siamo noi, noi che SCRIVIAMO LE LETTERE...” Beh allora tutti noi, tutti quelli che come me lo fanno o l’hanno fatto contenti di vedervi: ma sì... il vostro 4%!!!...

E poi non so se è perché questa canzone è un capolavoro e come tale è universale (sbaglio Luciano? Io di arte non capisco niente, per colpa di insegnanti che con la passione e l’amore di Milena non c’entrano niente, ma credo che questo sia l’opera d’arte, ciò che è universale, o no?) oppure se è perché i vostri autori vi hanno conosciuto davvero a fondo, ma sembra che dentro questo testo ci sia davvero ognuno di voi: l’avete notato???

Penso a Milena quando sento “...e poi ti dicono tutti sono uguali, tutti rubano nella stessa maniera, ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera...” e mi vien voglia di dirle: GRAZIE “per essere uscita la sera”, per non aver pensato che I RAGAZZI SON TUTTI UGUALI, questo è quello che distrugge la scuola e che distrugge ogni possibilità di rapporto tra ragazzi e adulti: manco dal liceo da quasi cinque anni, ma non abbastanza per non pensare che se avessi avuto più insegnanti come lei, avrei ricordi migliori (continui con i pensieri che sta scrivendo, è bello leggerla!)...

Mi sembra di riconoscere Giuliana in “...però la Storia non si ferma davvero davanti ad un portone, la Storia entra dentro le nostre stanze e le brucia, la Storia dà torto e dà ragione...” perché sa e ha saputo infiammarsi, crederci e decidere che comunque non si sarebbe tirata indietro neanche dal rileggere quanto è successo, neanche dall’andare avanti con il progresso, pur non rinnegando sé stessa: lo facessero tutti e soprattutto ce lo insegnassero, saremmo forse cittadini migliori e non credo che sia retorica, soprattutto se è vero che nel blog c’è qualcuno che la vuole candidata!!!

Ci sono anche Liliana e Ivana e mi piace trovarle nello stesso verso, visto l’amicizia che era nata (e chissà se continua nonostante una delle due sia appena rientrata da un bel viaggio?!): “...poi la gente, perché è la gente che fa la Storia, quando si tratta di scegliere e di andare te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare...”. Beh, per quello che ci hanno trasmesso: per averci, Ivana, fatto vedere (e leggere nelle bellissime poesie in romanesco che scrive!) cosa significa vivere fino in fondo, FARE LA STORIA, Liliana perché gli OCCHI APERTI ce li ha eccome, con la sua ironia e il suo senso critico sul mondo (Liliana, ci racconti dell’altro sui Paesi che ha visitato, a me che neanche ho visto Roma, piacerebbe sentire del Sud America...).

Penso al Generale e anche a Luciano sentendo: “...quelli che hanno letto un milione di libri insieme a quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la Storia dà i brividi...”. Entrambi certo hanno letto molto, ma entrambi hanno ancora il BRIVIDO: Luciano della cultura e del bello (a proposito Luciano, perché periodicamente non ci racconta un quadro?), il Generale del confronto e del pensiero. A proposito del Generale: ma dov’è finito? Perché non scrive niente? In questi giorni se si apre il giornale c’è molto da leggere e da discutere, e certo manca il suo pensiero pulito, aperto... Risvegliatelo (soprattutto nella versione pazzerella degli ultimi tempi nel castello!!!).

Ci sono anche Mira e Antonella, così diverse per carattere, e forse anche per storia, ma secondo me legate entrambe, a “...questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da raccontare...” ...Già, anche loro dove sono?... Sì, Antonella si è fermata prima di “rompere quel silenzio”, Mira ci ha provato e però ha dovuto cercare altre vie per esprimersi nello spettacolo, già, ma anche lei dov’è? Il suo angelo custode come sta? Certo a Pasqua avrà avuto un bel da fare!...

A proposito di Pasqua, ho letto il messaggio di Agnese sul blog e mi sono riconosciuta molto nel suo “dilemma” sulla confessione... Anche per me tutti gli anni a Pasqua (ma anche a Natale e tutte le volte in cui penso che vorrei fare la comunione) la confessione è un dramma...!!! Un dramma su cui spesso rido con mia sorella perché né io né lei sappiamo mai cosa dire e allora ci ritroviamo sulla panca della chiesa, mentre aspettiamo il nostro turno, a fare il computo l’una dei peccati dell’altra (!!!), io a dire: “per me hai fatto così”, lei a dire “per me hai fatto colà”... Così ci facciamo anche due risate per come ci sentiamo ridicole non avendo ormai più 10 anni, ma 21 e 23!!!... Scherzi a parte, Agnese, credo che abbia ragione Giuliana quando ti chiede di chiarire se il problema è con un prete o in generale con la confessione, infatti anch’io, come ho detto, ho la tua stessa difficoltà, ma non per quel che riguarda il fatto che la persona che mi confessa potrebbe non ascoltarmi o non essere interessato a me, come dici nel tuo messaggio... Se questo è il problema dovresti tentare di trovare un prete di cui ti può fidare, che non ti metta in soggezione, ma che soprattutto sia anche in grado di farti dimenticare di se stesso in quanto lì - in teoria - lui è un tramite... Certo - tu dirai - allora posso parlare direttamente con Dio???... Sai quante volte l’ho pensato anch’io!!! Però una certezza l’ho raggiunta: non è possibile! Parlando con sé stessi ci si fa troppi “sconti”!!! Per quanto si cerchi la completa obiettività non è come dover parlare con qualcun altro! Cosa - credo - che non significa che questo “qualcun altro” debba essere lì per puntare il dito: sì, lo so, esistono preti così, ma il mio (quello che ho in mente, ora, mentre ti scrivo) mi accoglie e non mi giudica...

La canzone va avanti e mi vengono in mente anche Francesco, il suo MARE e la sua impetuosa emotività (“...siamo noi queste onde del mare...”), e Salvo (“...la Storia siamo noi... sotto il cielo”... “...siamo noi, padri e figli”): anche lui non lo si sente mai sul sito!...

Ma dov’è? Soprattutto in questi giorni, in cui abbiamo sentito una notizia “lieve” (o che comunque ci porta un ricordo lieve) come quella che qualcuno ha trovato (ma soprattutto cercato!), l’aereo di De Saint-Exupéry, non può non farci sentire un po’ della sua leggera ironia!!!

Beh, allora cosa aspettate a girare per l’Italia!? E... “...NESSUNO SI SENTA ESCLUSO...”, né Aldo, né Luisa, né gli altri che non scrivono...
Grazie a Milena, Luciano, Giuliana e Francesco se continueranno a scrivere e se porteranno il mio abbraccio agli altri!!!

Ringraziate anche il “webmaster” che non ho ben capito chi è, ma che è un’entità molto simpatica e che mi segnala periodicamente (con e-mail personale!!!) le novità del sito!!!

Ciao, anche al resto del 4%...

Federica F.



Cari carissimi, adesso sì che ci siamo col sito, prima non riuscivo a connettermi. Vi ho voluto subito bene e vi ho invidiati, avrei voluto essere con voi. Ora mi piace ritrovarvi in rete. Ho letto Attilio, Giuliana, Ivana e Francesco, ma ho adocchiato tutto. Volevo stampare, anche perché è tutto così ben fatto e di buon gusto, ma poi ho pensato che forse ne farete una pubblicazione. È così? Se è così aspetto, solo non vorrei che ad un certo momento il sito venisse oscurato, che ne so. Capisco benissimo il vostro affetto reciproco e l’attaccamento all’esperienza e mi dico che chi è avanti con gli anni come me (75) avrebbe, ha, bisogno di emozioni positive nuove, delle quali personalmente sento la mancanza in questo momento. Anche nella scrittura autobiografica siete bravi. Che vi devo dire, siete sempre fichi! Ciao! Rispondete, per favore.



Credo che abbiate risolto allegramente il problema esistenziale che si affaccia ad una certa età, sarebbe ipocrita nasconderlo. Posso esprimermi così perché ho 70 anni.

Forse per me il problema si è presentato anzi tempo, ed era anche di carattere religioso.

Da molti anni il mio pensiero era rivolto alle Sacre Scritture, però gli insegnamenti acquisiti mi lasciavano perplesso. Circa 20 anni fa ho cominciato ad approfondire, ho voluto conoscere e trovare un sostegno teologico. Mi dicevo che la Parola di Dio non può essere in contraddizione, mentre le contrapposizioni abbondano; non potendo andare indietro di 2000 anni ho cercato di mettere a confronto le varie scritture. Ma chi mi ha aiutato nella mia ricerca è stato Gesù, quando ha detto: Non pensate ch’io sia venuto per abolire la Legge od i profeti; io sono venuto non per abolire ma per completare (Mt 5:17). L’insegnamento che dà il Cristianesimo, nelle sue molteplici confessioni, è il contrario. Quindi è difficile capirci qualcosa. Non tutti arrivano a leggere la Bibbia intera ed a copiarla in tutti i suoi argomenti. Per questo è stato agevole divulgare dottrine che non trovano fondamento nelle Sacre Scritture, e che servono molto a fare proseliti.

IO, però, ho trovato la ragione della creazione, il fine ultimo dell’uomo e la grandezza di Dio che “non si può investigare”.

Cordiali saluti. F.



Buongiorno.
Lo scriverle mi mette un tantino in difficoltà: dovrei darle “del tu” o questo RISPETTOSO “lei” è più opportuno? Bah, la televisione spiazza a tal punto da falsare eventuali contatti, io “conosco” lei ma, di certo, lei (o teeeee, boh) non conosce me.

Vabbeh, mantenendo i dubbi sul mio modo di rapportarmi a questo scritto proseguo con una richiesta.

Io non ho ben seguito il programma, non sono una patita della tv, ma una sera durante un bulimico zapping incrociai la conversazione di un salotto composta da uomini e donne con un bagaglio culturale (DE VITA VERAAAAAAAAA) un tantino superiore a quello che spesso mi circonda, vabbeh per farla breve ho incrociato anche lei tra queste persone e l’ho sentita canticchiare una canzone (termine assai riduttivo). Quel testo, per vicende familiari che non sto qui a raccontarle perché credo le interessino ben poco (da romana direi: nun te ne potrebbe frega’ de meno!), l’ho sentito molto vicino, ma l’occasione di riascoltarlo non l’ho più avuta. Per puro caso, lavorando ho incrociato in rete il sito del vostro programma e quindi ne approfitto per chiederle, se possibile, di inviarmi il testo, o la canzone in mp3, o un disco di riferimento... Insomma: la posso risenti’ quella ballata?

Ne ricordo un frammento, diceva più o meno così: “...quando sulle scale mi hai detto: perché se t’ho amato tanto non posso invecchiare con te?...”

La ringrazio, qualsiasi sia la sua eventuale risposta.

Con stima sincera (nonostante la poca e superficiale conoscenza che ho di lei).

Elena



Salve Liliana,

sono Lorenza, ho 23 anni e sono stata una fedele telespettatrice del programma al quale avete partecipato. Nonostante l’orario indegno che vi avevano affibbiato ho cercato di non perdermi nemmeno una puntata.

Sono venuta a conoscenza di questo sito proprio questa mattina su una trasmissione della Rai, Cominciamo bene. Dopo la fine di Super Senior ho sentito molto la vostra mancanza e sono stata felice di “ritrovarvi” in questo sito che mi sta dando l’opportunità di mettermi in contatto con te, che fra tutti eri la mia preferita.

Non voglio dilungarmi nei soliti complimenti che molto probabilmente avete già ricevuto in abbondanza, però non posso far a meno di esprimere a te e un po’ a tutti l’affetto che mi lega a voi e al percorso che avete fatto all’interno della trasmissione e che ho potuto seguire con grande interesse.

Anche se gli ascolti non vi hanno ripagato sufficientemente, mi sono resa conto, ascoltando un po’ (?) in giro, che avete lasciato un bel segno. Che grazie a voi la televisione pubblica italiana è riuscita a dare un po’ (?) di dignità al format del reality che in questi anni ha sfornato solo tristi ritratti della parte peggiore della nostra società.

Evito di diventare noiosa e ripetitiva e chiudo qui questa mia lettera scritta un po’ (?) di fretta e alla buona.

Un in bocca al lupo alla 77enne alla quale invidio il senso dell’umorismo e l’ironia con la quale prende la vita.

P.S.: se doveste replicare il vostro spettacolo in qualche teatro del centro Italia fatemelo sapere... Sarei veramente contenta di poter partecipare ad un piacevole evento come è stata la serata al Brancaccio.

Con affetto, Lorenza.



Ciao cari Super,

solo due minuti! Solo due minuti vi ho visto a “Cominciamo bene”, ma mi ha fatto molto piacere trovarvi in forma come al solito.

Liliana poi, in versione platino e minigonna! Complimenti per le gambe!

Purtroppo, come vi ho detto, mi sono sintonizzata tardi e non ho potuto sentire l’intervista completa. Come mai non eravate tutti insieme?

Spero di rivedervi presto, possibilmente a teatro.

Claudia.



Ho incontrato Antonella a Roma davanti al teatro Sistina, l’ho riconosciuta e ci siamo messe a parlare di voi. Vi saluta tanto, è stata una bella esperienza per lei e aggiungo io anche per me. Ho 60 anni ed ho ammirato le vostre esperienze di vita. Un abbraccio a te Giuliana, e un saluto a tutte da Clelia.



Il sito è sempre più bello, complimenti. È un piacere leggere ciò che scrivono i Super Senior, i loro pensieri e i ricordi. Il programma è stato bellissimo, non smetterò mai di dirlo. È stato come qualcosa di incontaminato da pressoché tutto il resto della televisione, sempre più scadente. I Super Senior mi hanno fatto commuovere, imparare, crescere. E conoscendoli meglio, mi sono resa conto del fatto che sono ancora più speciali di come li faceva apparire la trasmissione. Sono proprio quel genere di persone che ti danno qualcosa anche con una sola frase, con un silenzio o con un sorriso. Verrò a cercavi dovunque andrete, per assistere allo spettacolo!

Un saluto, Agnese.



Ciao, ragazzi! Mi chiamo Luisella, ho 30 anni e sono parte di quel 4% che per 3 mesi vi ha seguito, sono felice che il tutto abbia un seguito, siete troppo forti per scomparire! Comunicare è il patrimonio più prezioso dell’uomo, nessun’altra specie ha i nostri mezzi, ma quanto “spreco” in questo senso! Visto che porterete il vostro spettacolo per l’Italia perché non venite anche a Fabriano, in provincia di Ancona?



Cara Liliana,

mi chiamo Flavio e sono uno studente ventiduenne di Roma. Forse Luciano le avrà accennato il mio desiderio di scriverle. Spero che questo messaggio la raggiunga in qualche modo e con esso il sentimento che provo nel poter comunicare con lei.

Sin dalla prima puntata del programma (per me un cult) sono stato colpito e al contempo affascinato da lei, dalla sua esperienza umana, dal suo modo di raccontare e di catturare l’attenzione degli altri e del pubblico.

Dei suoi racconti non ne ho perso neanche uno: dalla leggendaria Cinquecento in panne, alla staffetta partigiana, a Ted Kennedy, ai viaggi in America Latina, fino al ballerino con la protesi all’anca...

Ma è forse con una frase, con appena qualche parola, che la mia stima nei suoi confronti è cresciuta a dismisura. Credo che la discussione che stava avendo luogo fosse incentrata sulla famiglia, o qualcosa di simile: una circostanza nella quale in molti, a mio avviso, avete regalato al pubblico un momento di sincera, sana, coinvolgente riflessione.

Ebbene lei in quel contesto disse (mi permetto di citare le sue parole sicuro del fatto che non siano quelle esatte): “Io non ho costruito una famiglia, ma ho costruito me stessa... e vi pare poco?”.

No, non ci pare poco affatto, se il risultato del suo percorso è quella persona straordinaria che è oggi. Che temperamento! Che forza d’animo! Quella forza che solo l’intelligenza e la consapevolezza di sé possono dare.

In una realtà come la nostra, e le parlo da giovane, in cui il matrimonio, le convenzioni sociali, il raggiungimento di una “posizione” sono ancora spaventosamente importanti, vorrei che molti come lei avessero il coraggio di affermare la propria individualità, la propria originalità... in fondo semplicemente se stessi.

Sa, più volte mi sono chiesto se la Liliana che ho visto in tv fosse quella reale, o il personaggio che gli autori volevano che venisse fuori con i montaggi, la selezione delle immagini, le parti che le sono state affidate nello spettacolo. Alla fine mi sono aggrappato alla speranza che lei sia realmente così, vera, schietta... una donna che ha vissuto la sua vita a 360 gradi.

Sono tante le curiosità su di lei che vorrei vedere soddisfatte: ammetto che forse alcune cose le ho semplicemente perse perché non ho potuto vedere la trasmissione sempre sempre sempre... soprattutto quando vi hanno spostato in seconda serata.

Una tra tutte: cara Liliana, lei che lavoro faceva? Qualcosa di connesso con il doppiaggio? O comunque con lo spettacolo? O forse gestiva un qualche tipo di relazione internazionale che l’ha portata ad avere contatti con il Sud America? E a proposito di questo... come mai ci va così spesso? E ancora e ancora... cosa fa oggi?

O mio Dio... mi rendo conto di essere un po’ invadente! Va bene, diciamo che per il momento mi riterrò felicissimo se lei vorrà rispondermi anche solo con qualche riga...

Spero tanto che lo faccia. Nel frattempo le mando un bacio forte forte, ed un a-risentirci presto...

Flavio S.

P.S.: A proposito di quel discorso sulla famiglia: forse non avrà figli, ma di nipoti stia certa di averne tanti.


*     *     *
La risposta di Liliana...
Caro Flavio,

il tuo scritto mi ha fatto molto piacere. Non avrei mai immaginato di suscitare tanta benevola curiosità soprattutto da persone giovani come te, tant’è che faccio fatica a riconoscermi in un così esaltante giudizio.

Io sono come mi hai vista in TV, della quale non ho meriti. Io ho costruito me stessa attraverso la vita, o meglio, è la vita che ha costruito me, e la vita è fatta di eventi, sono loro i condizionanti, inutile sottrarsi, gioca la casualità che ti lascia così pochi spazi per le incertezze, la gestione è minima; io quel minimo l’ho adoperato per farne una base ironica che col tempo si è consolidata ed alla quale continuo ad appoggiarmi.

Ora, a distanza dal vissuto e girandomi indietro, posso fare un’analisi sommaria e capire perché sono così e continuare fatalmente e... ironicamente ad accettarmi.

In quanto alle curiosità sul mio lavoro, mi sono sempre interessata di moda, agganciata a sartorie teatrali per le quali ne seguivo i lavori anche all’estero, con una interruzione di due anni. Verso gli anni Settanta, credo, lavorai in una comunità terapeutica dove i pazienti, tutti giovani, avevano problemi di forti nevrosi. Fu l’esperienza più arricchente della mia vita. Se ne avremo occasione, te ne parlerò a voce.

In quanto al Venezuela, ci vado spesso perché ho degli amici carissimi. A parte il fatto che mi piace molto viaggiare e ho fatto tantissimi viaggi in tutti i continenti... Ma di questo credo ne verrà fuori più dettagliatamente in seguito, nel nostro sito.

A proposito di nipoti, con i miei ho dei rapporti bellissimi. Ti aggiungo ad essi e ti abbraccio forte.

Liliana



Caro Salvo,

le chiedo scusa per questa familiarità anche se non ci conosciamo (con la televisione è così), mi chiamo Sabrina e le scrivo per chiederle il testo del brindisi che lei ha fatto durante la prima cena. L’ho trovato molto poetico, forse era proprio di un poeta, e mi ha fatto provare un’immediata simpatia nei suoi confronti.

Purtroppo i frequenti cambi di palinsesto e la collocazione a tarda ora non mi hanno permesso di seguirvi con assiduità, ma voglio che sappiate tutti voi che siete piaciuti tantissimo al mio ragazzo: lui che non guarda mai la tv perché lo annoia, gli sembra che gli rubi la vita (ha 33 anni), lui che non ha mai guardato Il grande fratello, lui che veramente non sa chi sia Maria De Filippi né riconoscerebbe mai una qualsiasi delle starlette della tv.

La notte dal letto guardavamo l’inizio della trasmissione prima di crollare per il sonno e molto spesso ci avete fatto emozionare con i racconti ed i ricordi della vostra vita.

Grazie per tutto quello di voi che ci avete dato e complimenti anche per il gradevole spettacolo che spero presto di vedere a Modena.

Cordiali saluti, Sabrina.



Bravi, bravi e bravi.
Mi mancano ancora 20 anni per arrivare ai 60 ma spero di diventare come voi!
Continuate così, avete ancora una gran bella strada piena di soddisfazioni e gloria che vi aspetta.
Un abbraccio, Apache.



Trovo splendida l’idea che continuiate la vostra attività sul sito. Sono del parere che ci vorrebbe una replica di tutto il programma, anche in considerazione del fatto che spesso è andato in onda molto tardi.
Meritate solo complimenti!

Lisbeth



...sto seguendo anche gli sviluppi della storia, della struttura del sito, dei racconti dei miei amati protagonisti.

Io ho 32 anni, ma potrei averne 70 o 10... non importano gli anni davanti alle emozioni, ai sentimenti.

Nella vostra quotidianità c’era tanto, tutto, il frullatone di 12 persone, delle loro vite, persino nei racconti tristi della guerra che per fortuna non ho vissuto, ma che ho condiviso.

E se quei brividi arrivavano improvvisi, a scorticarmi la pelle, se ridevo senza misura alle battute, se ho amato ciascuno di voi... senza conoscervi, evidentemente è perché voi eravate (siete) veri.

La cosa che cerco nel vostro sito è sapere quando rifarete lo spettacolo, se andrà in giro... anche se non credo nelle repliche, nei famosi n° 2... perché è impossibile ripetere con la stessa emozione un qualcosa...

Spero di continuare a seguirvi, o magari a scrivervi anche personalmente...

Un bacione grandissimo, perché anche se eravate una piccola fetta, in quella televisione che ammalia e cattura con mezzi non sempre giustificabili... la vostra è stata una fetta SANA.

Dada



Ho visto con piacere il vostro sito. Bravissimi. Vorrei sapere se avete in programma lo spettacolo a Firenze. Se si, quando e dove.

Grazie mille e... siete sempre forti!!!

Dina, Firenze.



Carissimi Super Senior! Non potete immaginare che magnifica sorpresa il vostro messaggio! Finalmente ho modo di contattarvi! Siete spariti dal video! Non so nemmeno se è andato in onda il vostro spettacolo! Volevo vedervi a teatro, ma al Brancaccio quando ho chiesto non sapevano nulla di voi. Poi sono partita con la mia famiglia... Quando sono tornata a Roma, di voi nemmeno l’ombra! Che tristezza!!! Che squallore questa televisione che ci propone continuamente profughi pseudo famosi di isole deserte! Coatti abitanti di case “chiuse”, talpe sguscianti e subdole... dove vince chi è più cattivo, più duro, più ignorante!!! Unico requisito, un aspetto giovane e muscoloso!!!

E voi, cari Super Senior, che portavate una ventata di simpatia, intelligenza, pulizia, umanità, cultura e storia nel mio mercoledì sera (anzi giovedì, perché vi registravo; la messa in onda era troppo tardi per me), spariti nel nulla!!!

Ora non voglio più perdervi!!! Vorrei vedere il vostro spettacolo a teatro! Quando siete a Roma? Qualcuno di voi (Liliana, Mira, o Giuseppe) sarebbe disposto ad essere intervistato da ragazzine di terza media sulla “Resistenza”? Mia figlia con le sue compagne stanno facendo un lavoro per gli esami che riguarda la storia della donna fino alla Resistenza appunto.

Mia figlia ha 14 anni, si chiama Arianna, e come me vi seguiva sempre! Questa è la prova che se ai giovani viene proposto uno spettacolo intelligente lo seguono e lo apprezzano! Spero di avere vostre notizie!!! Rispondetemi. Ciao a tutti!!!

Un bacio da LUISA.



Gentile Salvo,

sono una telespettatrice che ha apprezzato moltissimo la trasmissione Super Senior, soprattutto per la leggerezza e la spontaneità con cui è stata presentata al pubblico, ormai abituato a vedere in tv cose insopportabili.

Io ho 52 anni, sono napoletana e vivo a Bari da più di quaranta anni, e Le scrivo per dirle che Lei somiglia moltissimo a mio padre, che tra l’altro si chiamava Salvo, soprannominato Sasà, e che mi ha colpito subito la somiglianza stupefacente con lui. L’altezza (mio padre è stato Granatiere di Sardegna), i tratti somatici (il sorriso e il profilo) e soprattutto la simpatia immediata e l’ironica classe me lo hanno ricordato in maniera commovente. Mi scusi per questo “amarcord”.

Comunque tenevo a dire che siete stati tutti bravissimi: convivere per tanto tempo con persone estranee e così diverse non è per niente facile. La Rai farebbe bene a ripetere esperienze televisive del genere, perché oltre a dare opportunità a persone grandi e ad aiutarLe a vivere diversamente un momento particolare, potrebbe compiere un servizio di pubblica utilità, in quanto l’esperienza dei grandi, nel quotidiano, potrebbe essere di esempio per tanti giovani che vivono senza entusiasmo e prospettive, e che si ispirano a modelli di vita purtroppo deleteri per la loro integrità mentale.

Ora La saluto e auguro a Lei ed alla Sua famiglia tante belle cose.

Laura



Siamo davvero felici di ricevere vostre notizie grazie alle e-mail ed al sito che avete costruito. Inoltre non possiamo che essere sinceramente liete di sapere che il vostro spettacolo sarà portato in tournée. A questo proposito, potreste per cortesia informarci qualora doveste venire in Torino o provincia a rappresentarlo?

Carissimi saluti da Simona ed Angela (la mamma).

Oggi, 8 marzo, cogliamo l’occasione per inviare Tanti Auguri alle donne del gruppo.



Spettacolo davvero bello, complimenti a tutti voi.

Non ho perso una puntata in tv, ma... ritornerete? Speriamo, io e mia moglie, di si!

Vi chiedo solo un favore... Mi ha emozionato la musica sui titoli di coda dell’ultima puntata. Potete dirmi il nome del motivo così da potermelo procurare?

Grazie.

Francesco e Leda



Mi chiamo Marta, ho quasi 25 anni e studio Psicologia all’Università di Cagliari. Ho seguito tutte le puntate della serie. Devo dire che, vedendola, ho desiderato di cuore avere una nonna come lei. Le faccio tantissimi complimenti, sperando di ricevere presto almeno un suo saluto! Un bacione anche da parte di mia madre. :)

Cordiali saluti, Marta.



Carisssssssssssimi,

non sapete che felicità mi ha dato questa Vostra risposta!!! Ho riso ed applaudito appena letta la mail!!!!

Non avevo dubbi sul fatto che foste circondati da affetto, e nelle ultime Vostre parole prima della fine della trasmissione ho riconosciuto alcune cose che Vi ho scritto... e ne ho avuto la conferma!

Ora guardo spesso il sito per vedere gli aggiornamenti... e rivedere le Vostre foto ed i Vostri pensieri!!!

Vi ho scritto prima di vedere lo spettacolo... Mi ha emozionato così tanto... Immaginavo che mi avrebbe coinvolto, ma non pensavo così profondamente... Ho pianto e riso davvero con il cuore!!!

Vi voglio sempre più bene, e la bellissima notizia di poterVi vedere dal vivo a teatro... Quando venite a Milano o dintorni???

Vi aspetto con impazienza e Vi mando un grandissimo bacione!!!

Quando torna Liliana...???

Un abbraccione da Maria Grazia di Monza.



Carissimi,

grazie della lettera. Io lo sapevo dentro di me che non potevate mollare come gruppo, ve l’avevo in un certo senso comunicato nella mia ultima e-mail, per cui sono felice per voi e sono contenta di potervi seguire sul vostro sito.

Per ragioni legate al lavoro e alla salute non ho potuto ringraziarvi prima, ma da qui in avanti mi farà piacere accogliere la vostra proposta di scambio di idee e di esperienze.

A presto e buona domenica!

Franca



Adorabili Super Senior,

ho visto il vostro spettacolo e l’ho trovato uno dei più belli degli ultimi dieci anni. Ironia, fascino narrativo, capacità drammatica, il tutto condito con due ingredienti fondamentali, la spontaneità di chi non è professionista nel senso inquinato del termine e un sacco di idee. Il vostro lavoro è estremamente originale e penetrante e arriva al profondo dei sentimenti della gente vera. Voi siete bravissimi, con punte eccezionali, e forse non vi siete resi conto di aver fatto un’operazione culturale senza precedenti, almeno in Italia: costruire e recitare uno spettacolo di anziani e non professionisti che raccontano la storia d’Italia attraverso pezzi importanti della loro storia. Il guaio è che quei tanti italiani che disgraziatamente non erano davanti alla televisione in quei due giorni (oltretutto scomodissimo perché c’era un grande ponte) non potranno mai vederlo, questo spettacolo. Questo è uno scippo che non meritano né loro né tanto meno voi. Io e mia moglie, ma credo tantissime persone in tutta Italia, vi chiediamo di fare ancora uno sforzo e di riuscire a portare almeno in una decina di città nelle zone più significative d’Italia il vostro lavoro, a qualsiasi costo. Anche perché è talmente bello quello che avete fatto, che vi trovate addosso oggettivamente grandi responsabilità, soprattutto nei confronti dei giovani, ma anche dei vostri coetanei, molti dei quali - lo sapete bene - vi hanno ammirato e sono usciti per qualche attimo dalla depressione gustando il vostro messaggio di vita. Soprattutto in questo momento, in cui l’Italia vive una dimensione culturale da Grande Fratello, molta gente ha bisogno di persone come voi e della vostra follia semplice e profonda. È adesso che vi aspettiamo alla prova: se, come avete detto e dimostrato in tre mesi, amate la vita e la comunicazione, dimostratelo regalandoci qualche vostra apparizione in giro. Non sapete quanti ve lo chiederebbero, se potessero raggiungervi. La vostra specie è come la tigre siberiana: va scomparendo e quindi bisogna copiarla prima che sia tardi, per salvarla.

Due amici, ma soprattutto grandi ammiratori di Torino.

Tullio e Daniela



Che piacevole scoperta è stata trovare il vostro messaggio; sentivamo moltissimo la mancanza dei Super Senior, ci eravamo affezionate; infatti io e mia figlia di 15 anni siamo state tra quelle persone che hanno seguito tutte le puntate con sempre maggior piacere.

Abbiamo amato tutti i protagonisti nelle loro diversità, per il loro grande patrimonio di esperienza umana e culturale; ci intrigavano i loro discorsi nel grande salone sui più svariati temi così stimolanti e interessanti, e con le loro esperienze noi ascoltatori ci arricchivamo e ci confrontavamo.

Noi non siamo ascoltatori pecoroni come, secondo la Ventura, qualcuno ci considera, noi abbiamo la consapevolezza di cosa è diventata oggi la tv; ma nello stesso tempo ci sentiamo impotenti e traditi e pieni di rabbia; e l’unica cosa che ci è rimasta da fare è quella di arroccarci sulle poche trasmissioni che ci sono rimaste, quasi tutte su Rai Tre.

La Rai di oggi è quella delle ospitate, dei calendari sponsorizzati in trasmissioni che dovrebbero essere di cronaca, la Rai delle Carmen Di Pietro che non sanno più che faccenda familiare inventarsi per occupare una poltroncina da Cucuzza; è la Rai delle mamme di Floriana, che mettono in vetrina il loro privato per sfruttare la falsa popolarità della figlia; è la Rai dei giochi delle scatole al posto di Enzo Biagi; è la Rai (Rai Due) delle migrazioni di personaggi delle reti Mediaset che portano il peggio delle loro esperienze lavorative; per concludere, è la Rai del non pensare e del non riflettere.

Perché alla mia famiglia che paga da sempre il canone non è più permesso di vedere Santoro o Biagi, che erano diventati dei punti di riferimento importanti nelle nostre serate televisive? Oppure aspettare la mezzanotte per vedere i Super Senior? Eravamo “4 gatti”?

Ma penso che i “4 gatti” abbiano gli stessi diritti dei 40 che guardano L’isola dei famosi, in quanto sono entrambi contribuenti.

Il grande Mastroianni, intervistato da una giornalista, diceva che la Rai deve cercare di migliorare il suo pubblico e stimolarlo con programmi di qualità, ma noi purtroppo invece di seguire questi saggi consigli seguiamo quegli del presidente Berlusconi che dice che non vale la pena di inventare nuovi programmi quando ormai ci sono i format già confezionati.

Vi ringrazio se avete letto queste righe di sfogo, ma ne avevo proprio bisogno.

Avrei proprio tanta voglia di rivedere quelle bellissime persone dei Super Senior che in quei 3 mesi di trasmissione mi hanno dato tantissime emozioni.

Sperando di potermi confrontare su queste mie opinioni, vi saluto con affetto.

A presto, Liliana.

P.S.: un saluto particolare a Pietro Sermonti da mia figlia Caterina.



Grazie, e sono molto felice nel sentire che ci sono sempre belle cose intorno a noi e persone attente che non demordono e che non sono tanto superficiali, come la tv... Per oggi non riesco a vedere il sito, sono in ritardissimo... Ma mi rifarò sicuramente... A presto, e grazie di insistere...

Gugart



FINALMENTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Vi pensavo ormai morti e sepolti dall’arroganza della Rai, e invece... “eccoli di nuovo... che mi fan CIAO...” (leggilo come nota canzone dei ROKES...).

Come avrete capito, è con somma gioia che vi sento!

Ora non ho tempo, ma contateci che non vi perdo più!!!

Ho miliardi di cose da dirvi, e spero di riuscire a vedervi per conoscervi e parlare come vecchi amici... Si, perché per me siete proprio questo...

Grazie ancora e a presto.

Paola



Cari Super Senior,

grazie a voi per averci risposto!

In effetti mi sono sentita un Don Chisciotte nella lotta contro i mulini a vento, quando tutta entusiasta raccontavo ai miei amici la trasmissione e il perché la stessi guardando. Ora, per fortuna so di non essere stata l’unica.

Il regalo più bello è quello di sapere che porterete lo spettacolo in giro per l’Italia, e questa volta spero di non fare tutta la strada che ho fatto per venirvi a vedere al Brancaccio.

Ringrazierò sempre la produzione che mi ha invitata a Roma e Pietro che, saputo la città dal quale provenivo, mi ha permesso di venirvi a salutare nei camerini.

A presto!

Con affetto.

Nadia



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